sabato, settembre 29, 2007
venerdì, settembre 28, 2007

La mancanza di fondi, uniti alla creatività, ha fatto proliferare a Bissau le “sale della televisione”, dove pagando, si può assistere a un film, una telenovela o alle partite di calcio del campionato portoghese e di altri campionati europei. I programmi televisivi della serata sono scritti a mano su fogli A4, poi attaccati sulle pareti delle “sale”. Il calcio portoghese domina l'interesse degli spettatori e c’è grande attesa per domenica, giorno del derby Sporting-Benfica nello stadio da Luz di Lisbona.
Con 200 franchi cfa (circa 0,30 centesimi di euro), gli amanti del calcio possono assistere alle partite nella tabanca. Suleimane, uno dei proprietari di queste sale, ha affermato di guadagnare anche intorno ai 90mila franchi cfa (137 euro) in una giornata con una partita di calcio importante. Soldi che vengono anche investiti per pagare il gasolio del generatore e per la manutenzione dei dispositivi.
Alcune di queste sale della televisione arrivano anche ad avere 4 apparecchi funzionanti contemporaneamente. Evitare la confusione che si viene a creare con gli apparecchi funzionanti insieme è impossibile, spiegano i proprietari, ma il volume più alto è “meritato” dalla televisione con più spettatori.
Le telenovelas brasiliane sono altre grandi attrazioni delle serate.
"Marcas da Paixão" e "Caminhos do Coração" sono fedelmente seguite dalle adolescenti guineensi, che pagano 100 franchi (0,15 centesimi di euro) ogni due episodi.
E’ il caso di Tania, 15enne che non perde un episodio della sua telenovela preferita. “Tutti i giorni vengo a vedere la telenovela”, spiega l’adolescente circondata dagli amici.
I prezzi per assistere ai diversi programmi varia e una partita della Champion’s league può arrivare a costare 350 franchi cfa (circa 0,53 centesimi di euro), ma la sala è sempre piena.
Nel quinto paese più povero al mondo, l’assenza di televisione e di elettricità nella maggior parte del paese è vista da molti come un’opportunità di guadagno e queste sale stanno proliferando a Bissau.
La maggior concentrazione di “sale della televisione” si presenta nella strada che collega il mercato di Bandim, in Bissau, a Bor, dove ne sono attive almeno cinque. Ma in tutte le parti della città ne esiste almeno una.
http://namitipenabula.blogspot.com/2006/11/telenovelas-guinea-bissau-e-dintorni.html
La Giunta regionale, su proposta dell'assessore regionale alla Protezione civile, Gianfranco Moretton, ha assegnato per l'anno 2007 un contributo di euro12.000 al Centro di solidarietà "I compagni di Emmaus" onlus con sede ad Azzano Decimo (PN), per la spedizione di aiuti umanitari a favore delle popolazioni di Nhoma in Guinea Bissau.
Camnate calamita le attenzioni foggiane
Si, è proprio così che in un bel giorno di fine settembre,il vescovo della diocesi di Bissau ci degna della sua presenza e delle sue parole,forti come sempre di una visione ben più disincantata della situazione bissau-guineense.Il luogo dell' incontro, il Piccolo Seminario di Via Napoli a Foggia,ha fatto da sfondo a questa chiaccherata amichevole,dove sono emerse opinioni, dati e delucidazioni sui vari progetti ed iniziative che animano la ONG Solidaunia.Camnate non si è smentito:uomo di poche parole ma incisive che hanno sostenuto ed incoraggiato ancor di più l'impegno della stessa Solidaunia nel territorio guineense.Il dialogo ha poi preso in considerazione anche l'aspetto degli immigrati africani residenti a Foggia e, come ha sostenuto Habib nel suo intervento,sempre in agguato il problema della emarginazione e della ghettizzazione dei nostri concittadini di colore che vorrebbero maggiormente partecipare(magari anche attivamente) alla vita sociale della città in cui ora si trovano a vivere.Però in questa serata(27/09/2007)siamo riusciti anche noi a ripagare dell'ospitslità che il vescovo e la sua diocesi hanno offerto a tutti gli italiani,i foggiani in particolar modo, che hanno visitato ed operato in Guinea Bissau.Non è allora un caso la riconferma della collaborazione-gemellaggio della diocesi di Foggia con quella di Bissau!!!AD MAIORA SEMPER--->diceva qualcuno....
giovedì, settembre 27, 2007
Secondo il capo della delegazione della commissione europea in Guinea Bissau, l’ambasciatore Franco Nulli, questa supplementare quota di denaro, assicurata dal Programma Indicativo Nazionale del nono Fundo Europeu para o Desenvolvimento (FED),, “è stata motivata dall’attenzione che l’unione Europea riserva alla Guinea Bissau”.
“Il supporto per le prossime elezioni legislative (… ) ha per obiettivo il contributo per il consolidamento dell

Relativamente al supporto economico al bilancio dello Stato, il capo della delegazione della Commissione Europea ha evidenziato che “l’intervento mira a contribuire al raggiungimento degli obiettivi globali di riduzione della povertà e al miglioramento del governo”, ammettendo anche, come “indirettamente” l’aiuto ai pagamenti degli stipendi, “possa rappresentare un contributo efficiente alla risoluzione dei conflitti interni e l’istituzione di una pace duratura nel paese”.
Franco Nulli said despite “for the first time in the history of the cooperation between the European Union and the available funds Guiné-Bissau if it obtained to use the totality of in the picture of the nineth FED”.
Il ministro delle Finanze guineense, Issuf Sanhá, ha ringraziato l’Unione Europea per il supporto e si è impegnato nel proseguire la lotta contro la povertà.
Fonte: Noticias Lusofonas fonte foto: unimi.it
Sembrebbe così sventata l’ipotesi di annullamento e di rinvio delle elezioni per mancanza di fondi, come evidenziato tempo fa dal presidente Vieira. Le elezioni, quindi, dovrebbero tenersi regolarmente il prossimo anno.
BREVE / POLITICA
Intanto il ministro dell’Amministrazione interna della Guiné-Bissau, Baciro Dabó, durante la cerimonia della firma del contributo finanziario dell’Unione Europea, si è rifiutato oggi di commentare l’azione giudiziaria promossa contro di lui dall’ex primo ministro guineense Francisco Fadul.
Fadul la settimana scorsa ha infatti presentato un reclamo alla Corte regionale di Bissau, accusando Dabò di gestione dannosa dell’interesse di Stato, crimine di falso, violazione delle leggi del bilancio generale dello stato e di minaccia.




Così per una settimana Tite e la sua gente sono entrate nelle nostre case.
Quella che Don Josè ci ha raccontato, e che abbiamo visto nelle fotografie esposte è l’Africa povera, dove il “turismo dell’esotico” non arriva. Distrutta nella sua cultu

E’ un’Africa 126 volte (!!!) più povera di noi, dove manca tutto, dalle infrastrutture (acqua, energia elettrica, scuole, ospedali) al cibo quotidiano, dove le donne, in barba ai diritti sanciti dalla costituzione, vivono spesso in condizioni di schiavitù, e i bambini muoiono di malaria e dissenteria, come Quintino, il medico dell’ospedale ha avuto modo di spiegarci.
Quando, noi de La Memoria Magica, abbiamo deciso di allestire questa mostra, pensavamo che avrebbe suscitato interesse, ma certo non speravamo in una partecipazione numerosa e attenta come quella che si è poi avuta.
I cittadini di San Giorgio sono stati presenti, a partire dall’inaugurazione, in ogni momento della mostra e ciò, oltre a farci piacere ha sicuramente riscaldato il cuore di Don Josè che ha potuto constatare quanto sia ancora ricordato e quanto ogni suo ritorno sia, a tutti gli effetti, un ritorno a casa.

mercoledì, settembre 26, 2007
La Fifa ha spostato al 17 ottobre la data del turno di qualificazione tra Sierra Leone e Guinea Bissau per le qualificazioni mondiali Sudafrica 2010. La gara era originariamente prevista per il 14 ottobre a Freetown ed è stata posticipata per venire incontro alla richiesta della Sierra Leone Football Association (SLFA).
La SLFA ha motivato la richiesta di spostamento per l’incontro della Sierra Leone contro il Benin del 12 ottobre, valida per l’accesso alla fase finale della Coppa d’Africa 2008. In realtà la richiesta della SLFA era per il 15 ottobre, ma la Fifa ha posto come data il 17 ottobre, in linea con il calendario internazionale.
Intanto, per entrambe le partite il commissario tecnico della sierra leone John Jebbor Sherington ha convocato per entrambe le partite tredici calciatori impegnati all’estero: tra questi il capitano Mohamed Kallon, attualmente senza squadra ma con esperienze anche in Italia (Reggina e Inter) e Mohamed Sesay, attualmente in Italia.
Fonte: sierraeye.blogspot.com
Scuola

La scuola aprirà i battenti Lunedì 1 Ottobre su tutto il territorio nazionale e a tutti i livelli di istruzione, eccezion fatta per l'università "Amilcar Cabral", unico istituto di formazione superiore presente nel paese, che avvierà i suoi corsi il 30 Ottobre.
Il Ministro parla dei problemi principali, carenza di infrastrutture e di personale docente, gli sforzi del governo non sono sufficienti a provvedere a queste mancanze e chiede così la collaborazione delle istituzioni e organizzazioni portoghesi affinchè forniscano il materiale scolastico necessario e implementino il numero di docenti in Guinea , per ora sono 40 gli insegnanti portoghesi che esercitano nella ex-colonia.
Inoltre Baldè, ha voluto rispondere alle critiche mossegli riguardo stipendi arretrati non corrisposti al personale docente, precisando che la situazione non è gravissima, i ritardi più lunghi arrivano solo ad un massimo di 6 mesi, comunque assicura che con il Ministro delle Finanze stanno tentando di regolarizzare la situazione.
Continua il Ministro dicendo che 2/3 del 1,500,000 di abitanti guineensi sono giovani e la volontà è di compiere uno degli obiettivi ONU del millennio, ovvero istruzione per tutti, ammettendo che ad oggi moltissimi bambini del paese non vanno a scuola.
Fonte foto: www.alisei.org
Fonte articolo: AngolaPress
ALLERTA ONU: Cartelli SudAmericani controllano la Guinea Bissau.

Gruppi brasiliani e colombiani usano il paese come scalo per la cocaina "europea", un movimento da centinaia di milioni di dollari l'anno.
de Andrés afferma che non è un problema che riguarda l' Africa Occidentale, è un problema dell'Europa e dell' America Latina.
Alcuni cartelli colombiani già controllano alcune isole della costa guineense, se altri gruppi procederanno in questo senso, a breve saremo in presenza di un vero e proprio narcostato.
"La situazione può esplodere facilmente in una guerra civile e in una destabilizzazione regionale che coinvolgerà paesi appena usciti da guerre interne come Sierra Leone e Liberia" dichiara il rappresentante ONU.
Purtroppo davanti ai cartelli della droga, gruppi ricchi e ben organizzati , la polizia della Guinea Bissau risponde con armi arrugginite e nessun arresto.
de Andrès annuncia che verranno stanziati 300.000 $ e verrà nominato un rappresentante permanente per il paese, incaricato di formulare un piano nazionale anti-droga. Un programma per combattere questa situazione è stato calcolato in 15 mln di $ che serviranno anche per costruire nel paese la sua prima prigione e il primo tribunale.
Fonte foto: www.molecularlab.it
Fonte articolo: Reuters Brasil
martedì, settembre 25, 2007
Le Mauritius sono il paese che funziona meglio in Africa e la Somalia è il più "difettoso", secondo il primo indice annuale dell' Ibrahim Index of African Governance, che ha valutato le prestazioni di 48 nazioni, seguendo una serie criteri come sicurezza, diritti umani, stabilità economica, giustizia, elezioni libere, corruzione, infrastrutture, povertà e salute.
Dietro le Mauritius ci sono le Seychelles, il Botswana, Capo Verde e il Sudafrica. Ma nelle diverse categorie individuali altri paesi si sono distinti: il Gabon era primo per la sicurezza, il Botswana sulla trasparenza e le Seychelles sulle opportunità per l’economica sostenibile e lo sviluppo umano.
In coda alla graduatoria, appena davanti alla Somalia figurano la Repubblica democratica del Congo, Chad, Sudan e la GUINEA BISSAU.
I paesi che hanno fatto i progressi più grandi, basati su uno studio sulle loro prestazioni tra 2000 e 2005, sono il Ruanda e l'Etiopia. I paesi che hanno ceduto il maggior numero di posizioni sono invece la Guinea Bissau e la Repubblica democratica di Congo.
L'indice è stato preparato per la fondazione dalla Kennedy School of Government dell’università di Harvard.
La fondazione Ibrahim, fondata dall’uomo d’affari sudanese Mo Ibrahim, è attiva dall’ottobre 2006 per promuovere lo sviluppo africano con un’attenzione particolare per l’Africa sub-sahariana.
L'indice completo può essere consultato sul sito http://www.moibrahimfoundation.org/
fonte: Reuters e Fondazione Ibrahim
lunedì, settembre 24, 2007
"Tembea", in Swahili, significa “cammina”. Ed è il nome di una nuova realtà dell'associazionismo trentino nata nel marzo 2007 con lo scopo di far conoscere la Tanzania ed i suoi problemi. E soprattutto di raccogliere fondi per organizzare interventi di cooperazione e sviluppo nel Paese africano. Tra le aree d'intervento: l'organizzazione di seminari e incontri su tematiche correlate alla cooperazione internazionale, la raccolta di fondi in ambito provinciale e nazionale e la realizzazione di progetti di solidarietà internazionale nei Paesi del Sud del mondo. A Trento l'Associazione Tembea e l'Associazione E.B.E prumuovono infatti un convegno dal titolo "Il sistema scolastico ed educativo in Guinea Bissau e in Tanzania", il 26 settembre 2007 alle ore 20.00 presso il Centro Polifunzionale dell’Opera Universitaria in via Prati 10 a Trento.
Programma
• Ore 20:00 – Saluto delle associazioni E.B.E. e Tembea
• Ore 20:10 – Intunda Na Montche (Presidente ONG Solmansi) “Il sistema scolastico ed educativo in Guinea Bissau”
• Ore 20:30 – Filomeno Lopes (Giornalista di Radio Vaticana) “Strutture educative e il ruolo dello Stato in Guinea Bissau”
• Ore 21:00 – Break • Ore 21:10 – Adriana Bonora (Medico oculista) “Il sistema scolastico-educativo in Tanzania”
• Ore 21:30 – Raphael Haule (Tembea) “Le politiche a sostegno dell’educazione in Tanzania”
• Ore 22:00 – Dibattito e conclusioni
Info: www.tembea.it
associazione.tembea@gmail.com
sabato, settembre 22, 2007
ASSOCIAZIONE OLTRE I CONFINI
in sostegno alle SUORE di BULA
L’Associazione “OLTRE I CONFINI onlus” è lieta invitare tutta la cittadinanza ad un incontro missionario con delle persone speciali che hanno messo la loro vita al servizio degli ultimi del mondo. Martedì 25 settembre 2007 alle ore 18,30 vi aspettiamo presso la casa delle Suore del Preziosissimo Sangue di Cisterna per incontrare due Missionarie che vivono in Guinea Bissau da molti anni e che quotidianamente aiutano i poveri anche grazie ai contributi che la nostra associazione ogni anno raccoglie durante le svariate attività. Ci racconteranno dell’Africa, del suo popolo piagato dalla povertà e dalle malattie e dei grandi progetti in costruzione, come l’Ospedale di Bula per i bambini malnutriti e le loro mamme. Ci parleranno anche dell’aiuto costante ai bambini adottati a distanza da molte famiglie della nostra provincia e da tutta Italia tramite la nostra associazione. Sarà un bel momento da condividere con chi ha trasformato la propria vita in SOLIDARIETA’ VERA. La nostra società frenetica ormai è colma di notizie raccapriccianti e di situazioni al di là della realtà, con questo umile incontro con delle donne meravigliose, vogliamo trasmettervi la speranza di un mondo migliore,
vogliamo trasmettervi che tutto è possibile se non si è soli ad affrontare le difficoltà. Molte cose sono state fatte con la piccola generosità di molti.
Vi aspettiamo numerosi
Grazie!
Annalisa Murri
Tra droga e ortografia...
Si tratta del capitano Rui Na Glack, del tenente Armando Augusto Nalanta e di Malam Sano (un civile) sorpresi il 4 aprile scorso con 635 chili di cocaina.
Il processo a loro carico dovrebbe partire a ottobre.

venerdì, settembre 21, 2007
LA GUINEA BISSAU E L'ITALIA 5
Situazione politica difficile e confusa, emergenza traffico di droga, libertà di stampa messa a repentaglio, economia barcollante, problemi con energia elettrica e acqua e via discorrendo: purtroppo, come abbiamo constatato, il quadro della Guinea Bissau non pare essere sereno. Le elezioni, previste per il prossimo anno (a men

“Si deve votare il prossimo anno, lo ripetiamo”, spiegano i nostri disponibilissimi amici bissau guineensi, “ma forse non ci sarà nessuna svolta”. E allora quale potrebbe essere una soluzione, seppur temporanea? “Attualmente, a nostro giudizio c’è una sola possibilità, anche se umiliante per la nostra nazione: il commissariamento a opera dell’ONU!”
Purtroppo una soluzione del genere, anche se a denti stretti, sono in diversi analisti politici e interessati alle dinamiche politiche della Guinea Bissau a citarla come l’unica possibile, al momento. Un commissariamento che sarebbe, non lo nega nessuno, una sorta di sconfitta per il paese e che aprirebbe scenari forse impossibili da prevedere in questo momento. Ma, per chi è ormai sfiduciato su una presa di coscienza e di responsabilità interna, appare l’unico “rimedio” possibile.
La nostra chiacchierata con gli amici bissau guineensi ha toccato tante tematiche, legate non solo alla Guinea Bissau, ma anche al concetto di immigrato, del rapporto con la propria gente e così via. La possibilità di incontrare anche realtà che operano in Guinea Bissau dall’Italia, delle quali avremo modo di parlare ancor di più in seguito, ci ha permesso di comprendere le dinamiche di integrazione tra popoli differenti e di cooperazione (un altro termine del quale si abusa a sproposito). A conclusione di questa breve testimonianza, però, non vorremmo che emergesse semplicemente un pensiero negativo o pessimistico della situazione in Guinea Bissau e delle possibili derive delle problematiche esistenti. Se dovessimo optare infatti per

Perché questo è in realtà il principio che abbiamo potuto constatare nelle persone con le quali ci siamo relazionati. Una forte e quanto mai realistica (spesso fin troppo evidente) comprensione delle difficoltà e delle problematiche esistenti in Guinea Bissau, ma consapevoli di poter fare qualcosa, di agire, di poter essere parte integrante di un cambiamento, che seppur duro, difficile, lento, può avvenire.
Le associazioni, i missionari, i volontari, i bissau guineensi presenti in Italia, sono tutti accomunati da questa convinzione: è difficile, ma qualcosa si può fare. E’ per questo che la delusione è evidente, lo scoramento è forte quando progetti o ambizioni vengono meno per cause incomprensibili o perché qualcuno vuole evitare che si realizzino, ma la rassegnazione non sembra in alcun modo serpeggiare nelle menti di queste persone. E nemmeno nelle nostre.
Delusi sì, rassegnati mai!
Speriamo vivamente che questo mini reportage sia stato apprezzato e sia stato fonte di riflessioni. In seguito presenteremo nuovamente le associazioni che abbiamo incontrato e vi rinnoviamo l'invito a contattarci per indicarci bissau guineensi in Italia da intervistare o realtà che operano per la Guinea Bissau e iniziative (mostre, concerti, etc...)
giovedì, settembre 20, 2007
LA GUINEA BISSAU E L'ITALIA 4
Non hanno dubbi Ildo e Alfredo commentando la proposta, in realtà non ancora formalizzata, di spostare le elezioni previste il prossimo anno per mancanza di fondi. Anche perché questo si lega strettamente all’attuale governo presieduto da Cabi. “Il governo era nato appunto come una situazione transitoria, una sorta di traghettatore”, spiega Ildo, “e allora che senso ha adesso pensare di allontanare la data de
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Proprio sull’attuale situazione politica della Guinea Bissau, si registrano versioni differenti sull’impatto che ha avuto Cabi nel paese. “Nessuna svolta, non è cambiato nulla per ora” è una delle idee alla quale si contrappone il giudizio secondo cui “Cabi ha segnato un indirizzo, ha in qualche modo tracciato una strada”.
Se la situazione politica è vista in maniera così differente da chi, lontano dal proprio paese, ha la fortuna di poterla osservare con un occhio esterno, figurarsi la confusione di chi si trova in Guinea Bissau: una realtà che attualmente vede problemi molto pratici, come la difficoltà di reperire energia elettrica e acqua e una grande emergenza, ovvero il traffico di droga. Una situazione che ha dato una incredibile visibilità alla Guinea Bissau, definita il primo narco-stato al mondo. “Visto, noi bissau guineensi ci facciamo conoscere in tutto il mondo”, dicono ironici, “però per questi motivi e non per qualche bella azione o qualcosa di positivo”.
Tornando all’attualità si fanno seri : “Purtroppo il traffico di droga rischia di degenerare” affermano preoccupati sottolineando inoltre che proprio le elezioni potrebbero rappresentare una situazione di alto rischio. “Bisogna evitare che chi controlla il traffico di droga, riesca anche a indirizzare le elezioni in un determinato senso, altrimenti per la nostra nazione sarà davvero dura riprendersi”.
Una nazione con una ormai più che trentennale storia di indipendenza dal Portogallo, ma che ancora non riesce ad avviare un completo processo di autonomia economica, politica e sociale. “Il problema è che forse noi non eravamo pronti per l’indipendenza” ammette sospirando Ildo. Senza togliere in alcun modo dignità a coloro i quali hanno sacrificato la propria vita per un ideale di libertà e sottolineando come da subito si sia avuta una forma di resistenza verso i colonizzatori in Guinea Bissau, Alfredo parla candidamente: “Abbiamo fatto una guerra senza sapere bene per cosa lottavamo. E il prezzo lo stiamo pagando oggi…”
In verità le mire delle critiche di Alfredo in riferimento all’indipendenza sono anche per i capoverdiani, soprattutto quando poniamo il problema delle Isole Bijagos, un patrimonio dell’umanità non valorizzato. “Mentre i nostri combattevano nelle foreste, a Capoverde andavano a scuola: è normale che siano un passo avanti a noi. Però noi abbiamo combattuto una guerra d’indipendenza anche per loro e non abbiamo ricevuto nulla in cambio”.
Forse è giunto il momento per rendersi conto che il sacrificio di vite umane non deve essere reso umano. Ma come riuscire a capovolgere la situazione? A tal proposito portiamo l’esempio del Burkina Faso e di Thomas Sankara, di cui quest’anno cade il ventesimo anniversario della morte. Figure come lui non sembrano vedersi nella nazione e sembra anni luce lontana quella voglia di riscossa. Ci saranno altri Amilcar Cabral, altri Thomas Sankara, spronati non a ottenere un’indipendenza da un colonizzatore ma a dare un senso al sacrifico dei tanti che lottarono per ottenerla?
La risposta a questo interrogativo noi non la possediamo. Purtroppo.
CONTINUA...
mercoledì, settembre 19, 2007
Tutti parlano del "nostro" pupillo Kabi.

Quando Jose Mourinho chiama, qualsiasi giocatore farebbe follie per rispondere. Chissà cosa ne pensa il giovane Aliu Djalo detto "Kabi", diciassette anni di calcio allo stato puro nato in Guinea Bissau ma portoghese a tutti gli effetti. La storia del giovane è curiosa: suo padre, infatti, è arrivato nello staff tecnico del Boavista, portandolo con sè e scoprendo un vero e proprio campioncino che oggi è seguito da Chelsea (favoritissima), Bayern Monaco ed Arsenal.
Si parla di un prezzo del cartellino tra i sette e gli otto milioni di euro. "Per saperne di più vedi il post: http://namitipenabula.blogspot.com/2007/09/un-guineense-alla-corte-di-mourinho.html
LA GUINEA BISSAU E L'ITALIA 3
Abbiamo appurato le difficoltà di far comprendere a chi rimane in Africa, la realtà che si trova in Europa: non si è compresi e spesso si è tacciati di arroganza, egoismo o, nel peggiore dei casi, si è etichettati come falliti.
Ma il ritorno a casa dovrà pur essere auspicato da qualcuno degli immigrati, soprattutto tra coloro i quali si dannano per fare qualcosa per la propria terra d’origine, senza dimenticare in alcun modo le proprie origini.
“Siamo giunti alla conclusione che forse è più facile essere utili da qui, che non ritornare nella nostra terra” afferma con apparente realismo Alfredo, “almeno per ora”.
Il veleno è nella coda. Questo “per ora” sembra sottintendere una serie di situazioni attuali che non garantiscono un’autonomia e un’operatività al proprio rientro. “Negli scorsi anni qualcuno si è venuto a laureare in Occidente”, spiega
E’ per questo, se ne deduce, che memori delle esperienze precedenti, i nuovi migranti, abbiano successivamente deciso di stabilirsi in maniera pressoché permanente in Europa. “Tornare ora non è pensabile”, proseguono denotando pessimismo, “sarà possibile solo nel momento in cui avremo la certezza di un progetto serio e che le nostre conoscenze siano realmente valorizzate e rese libere di esprimersi. In questo momento tornare in Guinea Bissau significherebbe ‘adeguarsi al sistema’, altrimenti non ne sarai parte integrante o di successo” , sentenziano amareggiati.
“Sistema”. Parola della quale forse si abusa in questi casi, ma che potremmo sintetizzare con le parole di un diplomatico europeo, residente in Guinea-Bissau, sentito da PeaceReporter dietro garanzia dell'anonimato in una recente inchiesta sul traffico di droga: “Qui non ci sono istituzioni, i salari dei dipendenti pubblici vengono pagati ogni 4-5 mesi, non c'è acqua e l'elettricità manca da 16 anni. Non c'è neanche una prigione, la polizia ha in dotazione tre radio e due auto, ma senza la benzina per farle partire. La comunità internazionale ha dimenticato questo Paese, e si limita a interventi dell'ultimo minuto per pagare gli stipendi alle Forze Armate e evitare colpi di stato”.
Perciò il ruolo degli immigrati si “ridurrebbe” per ora a inviare i soldi a casa per aiutare la famiglia rimasta lì e a poco altro, se attualmente è improponibile un ritorno in patria per agire? “No, noi preferiamo restare qui perché intanto forniamo un aiuto materiale”, spiegano rispondendo a un interrogativo alquanto provocatorio, “ma anche perché riusciamo ad appropriarci di conoscenze che risulteranno utili al più presto per la nostra nazione. E in più proviamo a sensibilizzare e operare sui temi de
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L’importante però è mantenere un rapporto stretto con la propria nazione e interessarsi ai problemi dei propri connazionali, senza l’egoismo di sentirsi realizzati personalmente e interessarsi esclusivamente alle dinamiche della propria famiglia. “Purtroppo abbiamo constatato”, spiegano critici, “che alcune persone una volta formata o trapiantata la propria famiglia qui e con un lavoro sicuro, tendono a isolarsi dal resto dei propri compagni coi quali prima avevano condiviso tutto”.
Una indifferenza che non sembra però appartenere alla comunità di bissau guineensi in giro per il mondo. A proposito della Guineaspora e dell’idea di censire il numero esatto di guineensi in giro per il mondo per concedere loro il diritto di voto, affrontano il problema liquidandolo con una grossa risata. “E’ un’operazione inutile ora, che farà sprecare solo soldi allo stato” affermano entrambi convinti. Ci sono determinate priorità in Guinea Bissau, confermano i ragazzi, che non ci dovrebbero permettere il lusso di dedicarci a questi progetti, da realizzare invece successivamente. “Inoltre, non ci sentiamo neppure in grado di poter votare con cognizione di causa”, aggiungono, “in quanto noi non disponiamo dei programmi elettorali dei vari candidati e non seguiamo le loro campagne elettorali, perciò sarebbe un voto per sentito dire”.
Proviamo a spiegare che c’è anche il progetto di posticipare le elezioni al 2009, per mancanza di fondi: in questo caso la reazione non è una grossa risata, ma un sorriso amaro…
CONTINUA...
Giappone appoggia Programma Alimentare Mondiale in Guinea Bissau.

"Questo contributo è molto importante per il paese" ha affermato Hiro Matsumura, responsabile dell'agenzia alimentare ONU in Guinea Bissau. Nel comunicato del PAM, inviato all'agenzia Lusa, si fa riferimento alla penuria alimentare del paese e la relativa distribuzione di riso va ad alleviare la sofferenza delle famiglie più povere.
Un inchiesta del Ministro dell'Agricoltura svolta in Luglio ha rilevato che il 20% delle famiglie delle zone rurali, vivono in una situazione di insicurezza alimentare causa anche i bassi rendimenti della campagna del cadju.
La donazione del governo Giapponese sarà utilizzata per appoggiare progetti di riabilitazione rurale attravero il programma "Comida por Trabalho" (Alimento per Lavoro) che da assistenza a circa 90.000 persone nelle regione di Oio, Bafatá, Gabu, Tombali e Quinara.
Durante il relativo soggiorno in Bissau, la delegazione giapponese incontrerà il ministro degli affari esteri e della cooperazione per la firma degli accordi.
martedì, settembre 18, 2007
LA GUINEA BISSAU E L'ITALIA 2
Nella nostra esperienza in Guinea Bissau lo scorso anno abbiamo avuto modo di constatare una situazione molto frequente: alle nostre compagne di viaggio veniva chiesto spesso dai ragazzi residenti di sposarsi e tornare assieme in Italia. Non ce ne vogliano le ragazze, ma non era semplicemente il loro fascino ad attrarre e fomentare i desideri di quei giovani: c’era un desiderio di evadere, di allontanarsi da quella realtà per raggiungere finalmente l’ambito sogno dell’Occidente. Ricordiamo anche i nostri sforzi, piuttosto vani, di spiegare come la situazione da noi fosse certamente migliore di quella che stavano vivendo lì, ma non tale da poter diventare un obiettivo di vita. Eppure, questo diviene spesso, riprendendo le parole di Cleo, il nostro amico del Burkina Faso già citato in precedenza, un vero PROGETTO DI VITA…
In un libro del giornalista Gabriele Del Grande, un reportage sulle vittime dell’immigrazione clandestina, Mamadou va a morire (l'autore ha anche fondato l'ossrvatorio mediatico Fortress Europe http://fortresseurope.blogspot.com), vengono raccontate le storie che sono dietro questo desiderio, questo progetto di vita e come viene spiegato bene nell’introduzione di Fulvio Vassallo Paleologo: “Dimenticare, rimuovere, rassegnarsi alla normalità delle tragedie dell’immigrazione descritte in questo libro, sarebbe come lasciare morire ancora una

Perché non possono avere un effetto pedagogico? Ne abbiamo discusso con i nostri amici bissau guineensi e la prima accusa è stata rivolta ai mezzi di comunicazione: “I mass media provocano una situazione paradossale e inspiegabile” ammonisce Ildo. “Per il continente africano l’Europa è mostrata come un paradiso, mentre agli Europei si rappresenta l’Africa come un continente di povertà, malattie e dittature. Sono entrambe visioni distorte della realtà”.
Visioni distorte alle quali potrebbero opporsi i racconti degli immigrati in Europa che poi fanno ritorno nella propria terra natale. Ma è proprio in questo momento che si sviluppa un meccanismo comune e che evidentemente, se non lo si vive sulla propria pelle, è realmente difficile da comprendere: “Se torni nella tua terra e cerchi di spiegare che l’Europa non è il paradiso di cui tutti parlano sei etichettato come un egoista” spiegano i ragazzi e “peggio ancora se ci torni perché espulso da clandestino o rientrato perché non ce la fai più: in quel caso sei considerato semplicemente un Fallito”.
Una situazione acuita da tanti migranti di ritorno, che semmai con pochissimi soldi in tasca al rientro, decidono di noleggiare una macchina all’ultima frontiera per dimostrare a casa di aver raggiunto quell’ambito tenore di vita, quello che lo stesso Cleo ha definito il vero modello a cui si rifanno gli africani, il modello nero-bianco: “Non vedo il bianco come mio modello” spiega, “ma lo vedo in un africano che è cresciuto con me e che ora può permettersi una vita da bianco: quello diventa il nostro modello, perché vuol dire che lui ce l’ha fatta!”
Tra le altre problematiche, una distorta valutazione della realtà occidentale, influenza notevolmente anche il rapporto tra chi è immigrato e chi resta a casa. Si attendono i soldi di chi sta fuori (è inutile affidarsi a una visione “romantica” dell’immigrazione) senza in alcun modo considerare che dietro quelle centinaia di euro che vengono spedite a casa (a tal proposito ci ripromettiamo di indagare sulle sproporzionate percentuali dei tassi d’interesse delle rimesse), ci sono sudore e fatica di lavoratori.
Un’idea che purtroppo non è facile spiegare e che porta spesso a decidere di non ostinarsi a spiegare la realtà occidentale, lasciandola ai racconti degli immigrati che “ce l’hanno fatta”.
"Noi mandiamo i soldi a casa e loro continuano a chiedercene perchè non hanno la minima idea della situazione che viviamo qui" affermano quasi in un impeto di sfogo. "Ma tanto è inutile cercare di spiegarlo, non ti crederebbero".
Dunque, nessun metodo "pedagogico" sembra possiblie: ma quindi, per quelli che ce l'hanno davvero fatta in Europa, c'è o meno una possibilità di rientrare in patria e cercare di mettere al servizio della propria nazione le conoscenze acquisite? Ne abbiamo parlato con i nostri amici e le loro testimonianze le troverete nella terza parte del reportage...
BREVE
Secondo le statistiche della Organização para a Cooperação e Desenvolvimento Económico (OCDE), gli immigrati che risiedono legalmente in Portogallo sarebbero 25200, il quarto gruppo di immigrati più consistente a livello numerico dopo brasiliani, capoverdiani, ucraini e angolani.
Venticinquemila è forse un numero ancora in difetto rispetto alla reale presenza di bissau guineensi nel paese, ma rappresenta comunque un numero molto più elevato di quello stimato nell'ultimo censimento (circa 2000) riferito alla Guineaspora e di cui avevamo già parlato in un post di mercoledì 8 agosto, dal titolo "Verso le elezioni"...
http://namitipenabula.blogspot.com/2007/08/verso-le-elezioni.html
lunedì, settembre 17, 2007
LA GUINEA BISSAU E L'ITALIA
“Si pensa all’Europa come a una rosa. Solo dopo ci si accorge che trovi solo spine e devi fare molta fatica per evitarle”.
E’ una metafora, ma somiglia molto a un pugno nello stomaco. Soprattutto se a pronunciarla è un ragazzo bissau guineense, Ildo, attualmente residente a Verona, laureato in legge e uno degli esponenti del gruppo musicale Bumbulum (di cui speriamo prossimamente di potervi fornire delle immagini, video e clip audio).
Verona, una bella città, meta turistica ambita anche da un alto numero di immigrati, la maggior parte dei quali residenti nella zona denominat

Una realtà come quella veronese che risulta essere spesso la prima meta italiana degli immigrati bissau guineensi, direttamente dalla Guinea o dopo una sosta in Portogallo. E’ questo il percorso di Ildo, che assieme a un gruppo di altri quattro amici, ha intenzione di fondare un’associazione che riunisca gli immigrati presenti in Italia, specialmente a Verona.
Ne discutiamo a casa di Alfredo, laureato in farmacia e prescelto per la carica di presidente della nascente associazione, che confermando la celebre ospitalità dei bissau guineensi, ci offre una cena “guineana”: riso impreziosito da spezie e carne.
Un’associazione con uno statuto già pronto, che ha solo bisogno di essere notificato. Per dimostrare che i guineensi non sono così indolenti come qualcuno dice. “Le critiche che ci vengono fatte sono dettate da pregiudizi” accusa Ildo, “in quanto non è vero che non facciamo nulla, sono idee sbagliate”. Meno rigido Alfredo, per il quale le critiche devono essere semplicemente “uno stimolo per noi” e da una parte sono addirittura giustificate: “Ci criticano perché non abbiamo dato risultati concreti al nostro impegno” sottolinea, “in quanto un gruppo di guineensi non è mai stato formalizzato, ma abbiamo sempre vissuto di incontri in qualche festa o manifestazione”.
C’è una volontà molto più forte di quanto dicano le critiche di fare qualcosa per la Guinea Bissau dall’Italia, perché da qui è possibile farlo con più facilità.
“Il nostro obiettivo è quello di mettere insieme le nostre conoscenze e fare qualcosa per la nostra terra da qui” spiegano entrambi, “cercando però di non essere il doppione di nessuna associazione”. Cosa intendono per doppione lo spiegano prontamente. “Se altre organizzazioni realizzano feste, vorrà dire che noi non ne faremo, aderiremo alla loro ma non i copieremo. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare, promuovere incontri, ma anche realizzare qualcosa di concreto”.
Niente feste e celebrazioni, o almeno non solo quello. Perché la cosa importante per chi arriva in un paese del quale sa poco o nulla, è conoscere un po’ di indirizzi, di contatti sicuri, del consolato ma anche del connazionale più vicino. Cose che non sempre è possibile conoscere dalla propria nazione. Cose che potremmo definire “pratiche” e che appunto per un forestiero solo possono rappresentare una priorità. Il pensiero è subito giunto a un episodio raccontatoci da un amico del Burkina Faso, in Italia da oltre sette anni, che all’arrivo nel nostro paese aveva difficoltà a telefonare a una cabina pubblica con la scheda telefonica appena acquistata (dalla quale bisogna togliere un triangolino per poterla poi inserire correttamente). La difficoltà fa presto in questi

Notizie pratiche e reali di quello che accade in un paese europeo (cose molto più importanti della semplice scheda telefonica) che non sempre è possibile reperire con facilità da casa propria. Questo accade anche perché quasi mai i racconti che giungono dall’Europa corrispondono alla verità.
CONTINUA…
Nella prossima parte, la testimonianza dei bissau guineensi ci permetterà di comprendere come non sempre il concetto dell’Europa per un africano sia aderente alla realtà…
"OTTOBRE in FESTA"
a POLPENAZZE sul GARDA (Brescia)
a favore della Guinea Bissau
Torna “Ottobre in Festa”, la lunga serie di eventi che accompagna tutto il mese, messa in campo dai 300 volontari del mitico “Gruppo Podistico Sport Felter”, uniti da oltre 5 lustri dal valore dell’amicizia, dalla gioia di fare sport e festa insieme, dal gusto per le tradizioni e la buona tavola.
Torna in una nuova sede, da Puegnago sbarca a Polpenazze, in un’area più ampia e più accessibile per il grande pubblico che ogni anno richiama ed approda sulla provinciale gardesana – la ex SS 572 Desenzano–Salò - proprio nel cuore della suggestiva Valtenesi, ai piedi della frazione Picedo: in un’area verde da capogiro.
Prende il via alle 18 di venerdì 5 ottobre, per proseguire, nel corso dei 4 fine-settimana del mese, fino a domenica 28. E con 4 denominatori comuni, sempre presenti sul suo palcoscenico: le delizie enogastronomiche della tradizione – spiedo, trippa, polenta tiragna, grigliate, formaggi, pasta fresca, pesce di lago, verdure, funghi, tartufi e vini bianchi, rossi e nuovi… - la musica dal vivo con 15 grandi cantanti anni ’60, serate danzanti e sport per tutti i gusti.
Si comincia con una prima assoluta, la “Festa della Bruschetta” in cartellone da venerdì 5 a domenica 7. Dal 12 al 14 i riflettori sono puntati sulla 17ma “Festa della Polenta Tiragna”, seguita dal 19 al 21 dalla storica 26ma “Festa delle Castagne e Vino nuovo”. La conclusione è affidata alla 2° “Festa del Tartufo” in programma dal 26 al 28.
Il venerdì l’area delle feste apre sempre alle 18 con stand gastronomici di grandi “portate” concertati da un’animazione a 360 gradi - intrattenimenti musicali e ludici –, da lunghe file di prodotti tipici ed artigianali, fino alle 23.30.
Il sabato sera è all’insegna dei mitici anni ’60: sul palco l’animazione di Radio Birikina e la partecipazione dei più grandi cantanti dell’epoca, accompagnati da una coreografia di ballerini votati all’animazione e allo spettacolo.
La domenica il ritrovo è di buon mattino per partecipare ad un mix di esibizioni e competizioni sportive. Alle 10 già apre la zona espositiva e nel contempo i fornelli si scaldano. Gli stand gastronomici nel giorno festivo accolgono il pubblico anche a mezzogiorno e rimangono in attività fino alle 14.30, ora della chiusura pomeridiana. Per lasciare il posto a spettacoli e balli che continuano senza sosta fino ed oltre l’orario della cena.
Grande spazio all’arte con l’esposizione permanente della Pittrice Rosa Amadei e alla beneficenza con la pesca a favore degli Amici della Guinea Bissau e con l’offerta di 1 euro a persona, richiesta per accedere agli spettacoli musicali, che andrà interamente devoluta per il loro apprezzato “progetto Fahne”.
A coronare il tutto, in un contesto di gran festa secondo lo spirito del gruppo, giunge un pregevole “Oscar dello Sportivo del Benaco”, che vedrà alle 22 di venerdì 12 i campioni dello sport delle province che si affacciano sul grande lago, premiati in un gran galà d’eccezione.
È giunto il tempo, dopo pensieri, azioni e grandi sinergie, di dare inizio alla festa.
Per ulteriori informazioni sul progetto ,
....e na miti pe na bula cresce
domenica, settembre 16, 2007
ANOTHER WORLD IS POSSIBLE
Another world is possible...Un altro mondo è possibile...Era questo il grido che si alzava forte al Social Forum mondiale di Nairobi dello scorso gennaio...Vi avevamo proposto delle testimonianze dal vivo e ora vi presentiamo anche il video di Veronica, una delle amiche di Namitipenabula, presente in Kenia.
Un video domenicale (potrebbe essere una proposta per le prossime volte quella di dedicare una giornata fissa ai video) per riflettere un po' e magari invogliare a mandarci qualche vostra testimonianza...
Buona visione
sabato, settembre 15, 2007
Le associazioni degli immigrati guineensi, i partiti politici e le vittime si dicono soddisfatti dell’inclusione nel nuovo Codice Penale del reato di mutilazione genitale femminile, una pratica per la quale finora i medici portoghesi erano stati poco sensibilizzati.
La mutilazione genitale femminile è un’antica tradizione in 28 paesi africani, tra i quali la Guinea Bissau, e consiste nella rimozione totale o parziale degli organi genitali femminili.
Il dirigente dell’associazione guineense di solidarietà sociale, Fernando Kà, ha apprezzato la decisione in una dichiarazione all’agenzia Lusa, sottolineando come “non tutto quello che è culturale è buono”, spiegando che inoltre le mutilazioni avvengono in “condizioni igieniche deplorevoli”.
Intanto per il deputato Nuno Magalhães, del CDS-PP, è stato fatto un passo avanti nella legge, ma non è ancora la soluzione perfetta. E’ stato giuridicamente inquadrato il crimine, rendendolo più chiaro, ma per noi deve essere registrato come un crimine autonomo”, ha concluso il deputato.
giovedì, settembre 13, 2007
Brevi:
Gli accordi sono stati presi una settimana fa durante un incontro tra i primi ministri dei due paesi , riuniti a Lisbona per un summit con i ministri della cooperazione e sviluppo.
La dimensione dell'appoggio economico sarà decisa in seguito, hanno affermato i due ministri.
2) L' ex padrone della Air Luxor, Paulo Mirpuri è indagato per 40 crimini di frode dell'azienda.
La lista comprende ,gestione dannosa, falsificazione, tangenti, la decapitalizzazione dell'azienda, vendendo società per un euro.
Proprio quest'ultima accusa ci riguarda, Mirpuri è accusato di aver venduto la società che si occupa dell' Aeroporto di Bissau per un euro.
mercoledì, settembre 12, 2007
Torneo di calcio in Burkina Faso.

Le squadre partecipanti sono state divise in due gironi:
Gruppo A: Burkina Faso, Níger, Senegal e Togo.
Gruppo B: Costa d' Avorio, Guiné-Bissau, Mali ed il Benin.
Il presidente dell UEMOA, Maliano Soumaïla Cissé, ha precisato che le squadre saranno interamente composte da giocatori che militano nei campionati dei paesi membri dell' organizzazione, ciò al fine di promuovere i numerosi talenti locali.
Il torneo comincerà il 24 Ottobre con i match Burkina Faso - Níger e a seguire Senegal - Togo e terminerà con la finalissima il 4 Novembre.
Il nostro augurio per un bell' evento di sport e divertimento e alla Guinea Bissau per un grande torneo da protagonista.
Un guineense alla corte di Mourinho?

Aliu Djalò
Posizione: Attaccante esterno sinistro
Altezza: ?
Peso: ?
Nazionalità: Guinea Bissau



Data di nascita: 05.02.1992
Percurso futebolístico
Época | Equipa | Jogos | Golos | Minutos | ![]() | ![]() |
????-2004 | Guiné Bissau | ? | ? | ? | ? | ? |
2004-2005 | Boavista - Infantis A | ? | ? | ? | ? | ? |
2005-2006 | Boavista - Iniciados B | 21 | 10 | 1465 | 6 | 1 |
2006-2007 | Boavista - Iniciados A | 32 | 11 | 2140 | 2 | 1 |
2007-2008 | Boavista - Juvenis B | - | - | - | - | - |
Di lui gli osservatori dicono un gran bene, potente fisicamente e di elevate doti tecniche.
E allora forza Kabi, noi crediamo in te, porta in alto il nome del tuo paese.
Un bell'esempio di un giovane che con tanta forza di volontà, è riuscito ad emergere da un contesto difficile.
martedì, settembre 11, 2007
Presidente Vieira in visita a Cuba in Ottobre.
il ministro durante un incontro ha stabilito la visita con il suo omologo cubano Filipe Roque. La visita cubana sarà preceduta dall'assemblea generale delle nazioni unite prevista per il 25 settembre a New York. I cubani hanno numerosi rapporti di cooperazione con la Guinea Bissau, nei settori agricolo, dell'educazione e sanitario. Attualmente 25 medici cubani compiono attività di formazione nel paese africano.
lunedì, settembre 10, 2007
10 SETTEMBRE: UNA DATA STORICA

domenica, settembre 09, 2007
ESPORTAZIONE CAJU': SI FANNO PROGRESSI

Henri Mané ha però sottolineato come la campagna non sia stata del tutto soddisfacente, nonostante il miglioramento rispetto allo scorso anno.
”Stiamo facendo un lavoro preliminare per creare le condizioni affinché la campagna del prossimo anno sia migliore” ha affermato infatti il ministro.
sabato, settembre 08, 2007
PARIGI: FESTA GRANDE PER LA COMUNITA' BISSAU GUINEENSE
Se passate dalla Capitale il 22 Settembre...
NON POTETE MANCARE!
Cari fratelli
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