SUCCESSO PER LA MOSTRA "UNO SGUARDO SU TITE"
Qualche settimana fa avevamo presentato la mostra fotografica di Daniela Giglio e Francesco Miglio a San Giorgio Canavese (To) dal titolo “Uno sguardo su Tite”, per raccontare la missione di Padre Josè Bergesio in Guinea Bissau. I curatori della mostra ci hanno mandato delle immagini e delle testimonianze sulla mostra, che ha riscosso particolare successo.
L'accoglienza da parte dei cittadini è stata veramente notevole. All'inaugurazione era presente una gran folla, davvero inimmaginabile per noi. Abbiamo avuto anche gli onori della TV locale (Rete Canavese) che per tutta la durata della mostra ha mandato in onda il servizio nel tg delle 19. Don Josè, il nostro ex parroco ora missionario in Guinea Bissau, è ripartito molto soddisfatto e con qualche soldino che abbiamo raccolto nel corso dell'iniziativa. Durante la sua permanenza Josè ha dato delle priorità: cibo, acqua, salute, cultura. Cultura sopratutto per le donne che in Guinea Bissau, nonostante la Costituzione sancisca l'uguale dignità, sono spesso trattate come schiave. Abbiamo parlato della possibilità di effettuare "adozioni a distanza di ragazze" per permettere loro di studiare (basti pensare che nel liceo gestito dalla missione su 117 alunni, solo 3 sono ragazze). Sappiate comunque che siamo disponibili a fare girare la mostra. Se lo desiderate non dovete che chiedere: ve la spediremo.
Il ritorno di Don Josè Bergesio, a San Giorgio per una breve vacanza dalla sua Missione di Tite in Guinea Bissau, è stata l’occasione per informare e coinvolgere i cittadini sulla sua attività attraverso una mostra fotografica che aveva l’intento di documentare le condizioni di vita in quei luoghi.
Così per una settimana Tite e la sua gente sono entrate nelle nostre case.
Quella che Don Josè ci ha raccontato, e che abbiamo visto nelle fotografie esposte è l’Africa povera, dove il “turismo dell’esotico” non arriva. Distrutta nella sua cultura dal colonialismo, lacerata, poi, dalle guerre civili, e ora flagellata dalla povertà e dalle malattie.
E’ un’Africa 126 volte (!!!) più povera di noi, dove manca tutto, dalle infrastrutture (acqua, energia elettrica, scuole, ospedali) al cibo quotidiano, dove le donne, in barba ai diritti sanciti dalla costituzione, vivono spesso in condizioni di schiavitù, e i bambini muoiono di malaria e dissenteria, come Quintino, il medico dell’ospedale ha avuto modo di spiegarci.
Quando, noi de La Memoria Magica, abbiamo deciso di allestire questa mostra, pensavamo che avrebbe suscitato interesse, ma certo non speravamo in una partecipazione numerosa e attenta come quella che si è poi avuta.
I cittadini di San Giorgio sono stati presenti, a partire dall’inaugurazione, in ogni momento della mostra e ciò, oltre a farci piacere ha sicuramente riscaldato il cuore di Don Josè che ha potuto constatare quanto sia ancora ricordato e quanto ogni suo ritorno sia, a tutti gli effetti, un ritorno a casa.
Ora la mostra è chiusa, ma sappiamo che non è finito l’interesse dei Sangiorgesi.
Così per una settimana Tite e la sua gente sono entrate nelle nostre case.
Quella che Don Josè ci ha raccontato, e che abbiamo visto nelle fotografie esposte è l’Africa povera, dove il “turismo dell’esotico” non arriva. Distrutta nella sua cultura dal colonialismo, lacerata, poi, dalle guerre civili, e ora flagellata dalla povertà e dalle malattie.
E’ un’Africa 126 volte (!!!) più povera di noi, dove manca tutto, dalle infrastrutture (acqua, energia elettrica, scuole, ospedali) al cibo quotidiano, dove le donne, in barba ai diritti sanciti dalla costituzione, vivono spesso in condizioni di schiavitù, e i bambini muoiono di malaria e dissenteria, come Quintino, il medico dell’ospedale ha avuto modo di spiegarci.
Quando, noi de La Memoria Magica, abbiamo deciso di allestire questa mostra, pensavamo che avrebbe suscitato interesse, ma certo non speravamo in una partecipazione numerosa e attenta come quella che si è poi avuta.
I cittadini di San Giorgio sono stati presenti, a partire dall’inaugurazione, in ogni momento della mostra e ciò, oltre a farci piacere ha sicuramente riscaldato il cuore di Don Josè che ha potuto constatare quanto sia ancora ricordato e quanto ogni suo ritorno sia, a tutti gli effetti, un ritorno a casa.
Ora la mostra è chiusa, ma sappiamo che non è finito l’interesse dei Sangiorgesi.
Presto un altro gruppo partirà alla volta di Tite per installare nella missione i pannelli solari che la renderanno autosufficiente dal punto di vista energetico (autosufficienza essenziale soprattutto per l’ospedale).
Buon viaggio, ragazzi.
Daniela e Francesco
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