martedì, aprile 28, 2009

Omicidi di "Nino" e Tagmé mettono d'accordo popolo, politici e militari.

Le uccisioni nel mese di marzo, del Presidente "Nino" Vieira e del capo delle forze armate della Guinea-Bissau, Tagmé In Waié hanno messo d'accordo popolo, politici e militari sulla necessità di porre fine alla violenza.
Parlando ai giornalisti a Praia al termine di un incontro con il Primo Ministro della Repubblica del Capo Verde, José Maria Neves, l'inviato speciale del presidente di Timor Est in Guinea-Bissau dove si è incontrato con politici, militari e la società civile locale.
"Gli ultimi due omicidi hanno messo d'accordo tutti, l'intera classe politica e persino militare. Spero che questo significa anche un accordo per porre fine alla violenza", ha detto l'ex Primo Ministro di Timor Est, che è a Capo Verde da Venerdì .

venerdì, aprile 24, 2009

Una partita di beneficenza per aiutare i bambini della Guinea Bissau a trascorrere qualche ora felice inseguendo un pallone. L'idea è venuta ai due atalantini, che hanno fondato ForOthers, una onlus che "vuole far qualcosa di buono per le persone meno fortunate". Lunedì 25 maggio saranno in campo con i compagni, Ramazzotti, Gnocchi, Caniggia e Carrera.
Coppola e Floccari pro Africa
"Portiamo un sorriso ai bambini"

Una partita di beneficenza per aiutare i bambini della Guinea Bissau a trascorrere qualche ora felice inseguendo un pallone. L'idea è venuta a Nando Coppola e Sergio Floccari, che hanno fondato ForOthers, una onlus che "vuole far qualcosa di buono per le persone meno fortunate", come ha spiegato lo stesso Coppola, presidente dell'associazione. Così, lunedì 25 maggio, i due atalantini e i compagni di squadra scenderanno in campo insieme a cantanti e personaggi dello spettacolo per divertire il pubblico bergamasco e raccogliere un incasso da destinare al progetto in Guinea, la realizzazione di un complesso polivalente con campo da calcio e spazi per l'attività didattica.
"In queste zone i bambini passano la giornata a cercare cibo e acqua - ha spiegato Coppola nella presentazione dell'iniziativa che si è tenuta in Questura, a sottolineare l'appoggio all'evento anche da parte della polizia di Stato - Noi vogliamo provare a costruire qualcosa che permetta loro di trascorrere alcune ore felici, sentendosi almeno per pochi istanti come i loro coetanei che vivono in contesti normali".
Sergio Floccari, che della onlus è vicepresidente, annuncia che alla serata prenderanno parte tantissimi personaggi: "Noi crediamo in questa iniziativa e ci mettiamo tanto entusiasmo. Hanno già dato la loro adesione i ragazzi di radio Deejay, Eros Ramazzotti, Gene Gnocchi. Ci saranno anche ex atalantini come Carrera e Caniggia. Faremo squadre miste, perchè vogliamo proporre una serata diversa, che sappia divertire il pubblico".
Quello di Floccari e Coppola è un gesto in controtendenza con l'abituale apatia dei calciatori: proprio nella settimana in cui nessuno si è schierato dalla parte di Balotelli per gli insulti ricevuti a Torino, i nerazzurri pensano ad aiutare i piccoli africani. "Ma credo che i tifosi juventini non siano razzisti, hanno avuto tanti giocatori di colore che sono diventati loro idoli - dice Floccari - Non li giustifico, però dico che a volte anche gli atteggiamenti sbagliati di noi calciatori contribuiscono a innescare certe situazioni".
E proprio su questo punto si è concentrato il questore Dario Rotondi: "I calciatori non danno quasi mai prove di altruismo, questa è una piacevole e importante eccezione. Sono esempi positivi e importanti, contrariamente a quelli che si vedono spesso sul campo. Ricordiamoci che anche un fallo simulato o una dichiarazione fuori luogo possono contribuire a innescare pericolose spirali che poi sfociano in episodi di violenza".


fonte: bergamonews

mercoledì, aprile 22, 2009

"ELEZIONI CRUCIALI PER LA GUINEA BISSAU"
L'inviato speciale dell'Unione africana (UA) per la Guinea-Bissau, João Miranda, ha detto oggi che la tornata elettorale del 28 giugno è cruciale e urgente, perché rappresenta il presupposto per il recupero della stabilità nel paese.
In alcune dichiarazioni ai giornalisti rilasciate dopo un incontro con il presidente della Commissione elettorale nazionale (CNE), l'angolano Joao Miranda, che oggi ha iniziato una serie di contatti con le autorità della Guinea Bissau, ha dichiarato che la scelta di un nuovo Presidente "è la grande chiave per la stabilità "della Guinea-Bissau.
"Al momento c'è un presidente costituzionalmente nominato, ma non soddisfa tutti i requisiti per l'esercizio di una piena sovranità del paese” ha sottolineato Miranda.
L’ex Ministro degli Affari Esteri dell’Angola, ha poi ribadito che a suo parere, nonostante l'assenza di un conflitto visibile, vi è ancora un rischio di degenerazione della situazione in Guinea-Bissau.
"La pace non è assenza di guerra in quanto tale, la pace è anche spirituale. Nel caso della Guinea-Bissau, nessun conflitto, ma vi è una situazione che può degenerare in conflitto. Lo spirito della mia missione è la prevenzione. Evitare che la situazione degeneri in conflitto", ha concluso Miranda.

Cuba firmerà un accordo economico con l’Unione dell’Africa Occidentale

Cuba e l’Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale (UEMOA, in inglese) firmeranno oggi all’Avana un accordo di collaborazione in vari settori di mutuo interesse. Fonti ufficiali hanno reso noto che l’accordo porterà avanti progetti nell’educazione, salute, sport ed energia nelle nazioni integranti l’UEMOA con assistenza tecnica cubana e finanziamenti propri.

L’accordo sarà sottoscritto dal ministro cubano per il Commercio Estero e gli Investimenti Stranieri, Rodrigo Malmierca, ed il presidente dell’organo esecutivo dell’organizzazione africana, Soumalia Cissé.

Cissé, che è arrivato a Cuba domenica scorsa e si tratterà fino al prossimo 22 aprile, si incontrerà con funzionari dello stato e del governo.

L’UEMOA, fondata il 10 gennaio 1994 a Dakar, come spazio di concertazione ed armonizzazione politica nell’area economica-finanziaria, è composta da Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo.

Fonte: granma.cu

sabato, aprile 18, 2009

GOMEZ JUNIOR: "INVIO MILITARI E' UN ATTO "NON NECESSARIO"

Il primo ministro della Guinea Bissau, Carlos Gomes Junior, ha giudicato come "non necessario" l’invio di una forza militare per il paese, aggiungendo che questa ipotesi non è mai stata discussa con nessuno da parte del governo guineano.

“Il governo non ha mai discusso con nessuno circa l'invio di truppe per il paese. Non è necessario" ha detto Carlos Gomes Junior, in dichiarazioni ai giornalisti al termine di un’udienza con Mari Alkatiri, inviato speciale del presidente di Timor Est.

L'idea di inviare una forza militare o di polizia in Guinea Bissau, nell'ambito dell’Unione africana (UA), sotto mandato delle Nazioni Unite, è stato divulgato dal Primo Ministro della Repubblica di Capo Verde, José Maria Neves.

mercoledì, aprile 15, 2009

KUMBA YALA CANDIDATO

L'ex presidente della Guinea Bissau, Kumba Yala, eletto nel 2000 e rovesciato dall'esercito nel 2003, è il candidato del Partito per il rinnovamento sociale (PRS) per le elezioni presidenziali del 28 giugno.

"Si applicano le norme del partito, che prevede che il Presidente sia il suo candidato presidenziale", ha detto Braima Sori Djalo, presidente ad interim del PRS. Ha parlato a Bissau, in assenza di Kumba Yala, che vive in Marocco da diversi anni.
Nel frattempo, un gruppo di oppositori della sua candidatura aveva proposto la nomina di Baltazar Lopes Fernandes, un membro fondatore del partito, "per spezzare il monopolio del sistema di Kumba Yala".Con 28 membri su cento, il PRS è il secondo partito rappresentato in Assemblea nazionale, dietro il PAIGC (Partito africano per l'Indipendenza della Guinea-Bissau e Capo Verde).

domenica, aprile 12, 2009

E' UN PO' LUNGO, MA VALE LA PENA LEGGERE IL DOCUMENTO DI SEGUITO....

BUONA PASQUA

Líderes religiosos das comunidades Católica, Evangélica e Muçulmana da Guiné-Bissau



MENSAGEM AO POVO DA GUINÉ-BISSAU


“Si nô súmia bentu, nô na otcha turbada;
Si nô súmia bardadi, nô na otcha paz”!

(“Se semearmos ventos, colheremos tempestades; se semearmos a verdade, colheremos a paz”!)

Introdução
Nós, os líderes religiosos das comunidades católica, evangélica e muçulmana da Guiné-Bissau, fomos despertados, com surpresa e horror, pelas notícias referentes aos assassinatos do Chefe de Estado Maior das Forças Armadas (Batista Tagme na Waie) e do Presidente da República (João Bernardo Vieira), nos passados dias 1 e 2 do mês de Março de 2009, com poucas horas de intervalo entre si.
Com tais acções repugnantes, mais uma vez optámos pelo caminho errado na solução dos problemas de carácter político e militar: preferimos a solução rápida mas enganadora e mortal da violência armada à solução dialogada e não violenta dos problemas, que pode ser mais vagarosa mas que é seguramente mais racional e perdurável. Para nós, o modo violento de resolver os problemas (tal como tem sido feito até aqui, em vários momentos após a Independência) é verdadeiramente deplorável, visto que só serve para gerar novos problemas, para espezinhar sem escrúpulos a dignidade e a sacralidade da vida humana, para violar de modo clamoroso as regras do Estado de Direito, e para denegrir cada vez mais a imagem do nosso país. Se continuarmos pelo caminho desta espiral de violência, o nosso país corre o risco sério de não poder participar de cabeça erguida no concerto das nações e de nunca mais chegar ao tão almejado desenvolvimento porque anseiam as nossas populações.

Perante tudo isto, não podemos deixar de nos interrogar seriamente: - Mas quando é que os Guineenses irão parar de enlutar a nossa querida pátria? Será que estamos condenados a fazer da violência e do homicídio a nossa segunda natureza? Será que ainda não chegou o tempo para aprendermos a voltar atrás neste caminho errado e sem futuro promissor?

É certo que os problemas fazem parte de todas as sociedades humanas, resultantes quase sempre de choques de interesses materiais, de má gestão da liberdade e do bem comum, de orgulhos e de incoerências individuais, etc. Mas os problemas, quando surgem, devem ser resolvidos quanto antes e de maneira conveniente porque, não sendo resolvidos ou sendo mal resolvidos, acabam sempre por constituir uma ameaça séria para a vida das sociedades. E qual será essa maneira certa e conveniente?
Para nós líderes religiosos de três comunidades de crentes da Guiné Bissau que vos enviamos esta Mensagem, a maneira certa e conveniente de resolver os nossos problemas político-sociais e militares é a do caminho não violento, do caminho do diálogo confiante e persistente, do caminho do respeito pelas instituições e pela legalidade, caminho que os nossos anciãos na fé nos apontaram

1
e que até agora ainda não soubemos escutar nem imitar: o Bispo D. Settímio Ferrazzetta, o Aladje
Malam Serco Indjai e o Pastor Ernesto Lima. Esse é mesmo o único caminho que nos poderá levar a uma sociedade realmente desenvolvida e democrática na Guiné-Bissau.
E agora, após mais esta tragédia nacional, o que será possível e desejável que façamos para redefinir de algum modo o nosso país, orientando-o definitivamente para o caminho da solução racional e dialogada dos conflitos com que nos debatemos e continuaremos a debater no futuro?


RENOVAR URGENTEMENTE A MENTE E O CORAÇÃO DOS GUINEENSES

Para nós, torna-se absolutamente necessário e urgente que todos os guineenses façam uma viragem decisiva na sua maneira de viver em sociedade. Torna-se imprescindível que todos os guineenses ousem olhar para dentro de si mesmos e para a situação geral do país e façam um profundo e sincero acto de conversão interior, de mudança de mentalidade e de comportamento, ajudados pela sua fé em Deus, com lucidez intelectual, com espírito de sacrifício e de amor patriótico, com confiança em si mesmos individualmente e como Nação. Não mais poderemos continuar a querer persistir numa mentalidade mágica e de violência desumanizante, que leva aos resultados desastrosos que já conhecemos; temos de apontar para horizontes mais positivos e humanizantes.

Para que isso possa acontecer, teremos de concentrar nossa atenção e esforços em ultrapassar algumas barreiras ou obstáculos que nos têm impedido de aceder a uma maneira de vida mais desenvolvida, mais democrática e com maiores perspectivas de futuro. É para a ultrapassagem dessas barreiras ou obstáculos que agora queremos chamar a vossa atenção.


Passar da hostilidade ao acolhimento fraterno:

Em nossas relações sociais, temos de abandonar o sentimento da hostilidade (rejeição) uns para com os outros: nos outros não podemos ver sobretudo o que é diferente, negativo ou perigoso para nós ou para a nossa família; pelo contrário, haveremos de olhar para os limites e falhas dos outros como um convite silencioso para que os ajudemos em espírito de colaboração e corresponsabilidade; haveremos de olhar para os outros sobretudo no aspecto positivo, procurando descobrir as afinidades que a eles nos ligam (a mesma condição humana o mesmo continente, o mesmo país etc.) e tomando consciência de que as diferenças podem ser afinal uma fonte de enriquecimento para todos, já que ninguém é tão pobre que não tenha nada para dar ao seu semelhante.

Não querer resolver a violência com outra violência semelhante ou ainda pior

Temos de deixar de acreditar na violência física (força ameaçadora e desumanizante) como solução para os nossos problemas, já que uma violência chama sempre outra violência (se possível ainda maior) e a cadeia de violência nunca mais acabará. Há que cortar o mal pela raiz, desejando uma convivência humana que seja diferente da convivência dos animais, onde não seja a lei “do mais forte” a imperar, mas sim as leis respeitadoras da dignidade e corresponsabilidade de cada ser humano.


2




Passar da vingança individual ao recurso à justiça:

A passagem da vingança (solução vindicativa e frequentemente desproporcional) ao recurso à justiça (solução racional e institucional) significa: ter em conta que quem se vinga imita a lógica do ofensor e abre uma espiral de vingança quase interminável; reconhecer que a vingança constitui um insulto às instituições vocacionadas para a resolução humana e legalizada dos conflitos sociais, e
que acabar com ela constitui um “salto qualitativo” no desenvolvimento humano: aprender a responsabilizar sempre quem nos ofendeu, embora sabendo guardar respeito pela sua pessoa individual.



Substituir o comportamento irresponsável pela sujeição às exigências da Ética:

Temos de levar a ética (moral) a sério: cada ser humano não pode fazer apenas e sempre aquilo
que lhe apraz; tem de se sujeitar às regras e exigências da moral social (que há-de ser apoiada não
em conveniências de pessoas ou de pequenos grupos privilegiados, mas sim nos valores fundamentais resultantes da dignidade de cada pessoa humana, criada e amada por Deus). A seriedade no respeito pela ética (moral) é condição necessária para garantir a coesão social e o respeito recíproco dos cidadãos. Em todos os lugares, em todas as circunstâncias e em todas as culturas somos chamados a cumprir o primeiro princípio da ética: “ o bem deve ser feito e o mal deve ser evitado”!
Não é possível continuar com a pretensão injusta e soberba do “bu sibi ami i quim”, ou então a pretensão interesseira e incitante à corrupção “ abó son qui na cumpu Guiné”? É justo que queiramos ser cidadãos de direitos, mas não nos esqueçamos – de modo algum – que também temos de ser cidadãos de deveres.


Levar a sério a nossa fé em Deus

Somos crentes em Deus, nas nossas diferentes comunidades religiosas (religião tradicional africana, muçulmana, cristã e outras). Para nós, a criatura humana não é “senhora” total de sua vida e comportamento moral; depende de Deus que a criou, que a ama e que a julgará. A dependência de Deus não diminui a dignidade da pessoa humana, antes a defende melhor e lhe dá uma dimensão não apenas para este mundo mas também para a vida eterna. Nossa fé de crentes em Deus contribuirá seguramente para melhorar as nossas relações sociais: ajudar-nos-á a ver os outros como Deus gostaria que fossem vistos, com amor e sem preconceitos; encorajar-nos-á a utilizar nossa vida para defender e promover a vida dos outros e o respeito pela natureza que nos rodeia, e que é a nossa “casa comum”. Se acreditamos em Deus, tiremos daí todas as consequências lógicas e todas as energias interiores para podermos participar corajosamente no desenvolvimento integral de nossas populações e de nossa terra comum. Se acreditamos a sério em Deus, tenhamos a coragem de reconhecer que, individual ou colectivamente, errámos variadas vezes na maneira de resolver os nossos problemas mais graves, desviando-nos da

3


vontade de Deus e ofendendo o nosso próximo. Agora, a nossa fé comum nos pede que saibamos arrepender-nos de verdade e que façamos alguma acção concreta que demonstre o desejo sincero de procedermos de maneira diferente no futuro.



Conclusão


Caros concidadãos

O gravíssimo momento social que estamos a atravessar não é de muitas palavras, ou de oportunísticas e enganadoras promessas. É de exame de consciência profundo e de necessidade urgente de mudança de comportamentos na nossa vida social e comunitária. Não podemos continuar com uma mentalidade e uma actuação prática baseadas na magia ou na violência, recorrendo à vingança individual, aos golpes militares forjados ou verdadeiros, à
corrupção no uso dos bens públicos ou na participação em negócios escondidos, imorais e
ilegais. Temos de passar para um modo de vida mais positivo e desenvolvido: uma vida social
em que em que o acolhimento fraterno e recíproco, o não – recurso à violência física mas sim à justiça legalmente exercida, o respeito pelas exigências comuns da ética e a ajuda inestimável da nossa fé em Deus, nos ajudem a crescer cada vez mais na felicidade de sermos cidadãos da mesma pátria, continuadores daqueles que nos ofereceram gratuitamente o benefício da liberdade e da independência, para que as defendêssemos e concretizássemos. É indiscutível que “ se continuarmos a semear ódios, recolheremos apenas mais tempestades; mas se, pelo contrário, passarmos a semear a verdade, ela nos libertará e haveremos finalmente de colher a Paz”!
Não é vergonha nem fraqueza voltar atrás num caminho que descobrimos ser errado ou perigoso. Vergonha é não termos coragem de o fazer. A este respeito, e como fruto concreto desta Mensagem, queremos hoje propor-vos o seguinte:

· Que façamos da próxima semana( 5-12 deste mês de Abril) uma semana de oração, e que também durante ela, cada comunidade escolha um Dia particular de oração e de Penitência em favor da Paz e da verdadeira reconciliação entre todos os Guineenses. Procuremos rezar mais intensamente, jejuar conscientemente, e reflectir a sério sobre aquilo em que temos urgentemente de mudar.

· Que, nessas várias celebrações que irão ser feitas em cada uma de nossas comunidades religiosas, os crentes descubram alguns gestos concretos que sejam o sinal visível de arrependimento, de pedido de perdão e de reconciliação.

· Que a partir desse momento, nós os crentes nos empenhemos juntos no trabalho árduo e longo, em favor duma reconciliação nacional, em que estejam envolvidas todas as camadas sociais. Os últimos acontecimentos dramáticos provam à evidência que a sociedade guineense ainda não está reconciliada consigo mesma.


4




Que Deus todo-poderoso e cheio de Misericórdia ajude a transformar as nossas mentes e os nossos corações, volte para nós o seu rosto e abençoe a Guiné-Bissau!


Pela Igreja Católica


_________________________
Dom José Câmnate na Bissign – Bispo de Bissau

__________________________
D. Pedro Carlos Zilli – Bispo de Bafatá


Pela Igreja Evangélica


________________________
Pastor José Paulo Domingos Semedo

________________________
Pastor Paulo Mendes


Pela comunidade Muçulmana


_________________________
Aladje Tcherno Embalo – Conselho Superior dos Assuntos Islâmicos

_________________________
Aladje Abdulai Baio – Conselho Nacional Islâmico








Bissau, 02 de Abril de 2009

sabato, aprile 11, 2009

HENRIQUE ROSA CANDIDATO

Un’altra candidatura importante per le presidenziali del 28 giugno: si tratta dell’ex presidente Henrique Rosa.
"Tutti i cittadini della Guinea Bissau vogliono che mi candidi – ha dichiarato Rosa – e tutti si augurano che il nostro paese diventi una terra di verità, di pace e di riconciliazione".
Presentando la propria candidatura alla Corte suprema, Rosa ha aggiunto che "bisogna trasformare la Guinea Bissau in una nazione stabile come gli altri paesi delle altre regioni",
Presidente della Guinea Bissau dal settembre 2003 all'ottobre 2005, Rosa fu poi destituito dopo il colpo di stato promosso da Kumba Yala.

mercoledì, aprile 08, 2009

ARISTIDE GOMES E FADUL CANDIDATI ALLE PRESIDENZIALI

Il presidente del Partito Repubblicano di Indipendenza per lo sviluppo (PRID, attualmente all’opposizione), Aristides Gomes, ha annunciato la sua intenzione di concorrere alle elezioni presidenziali del prossimo 28 giugno.
Aristides Gomes, ex primo ministro (2005-2007) ha riferito la sua intenzione in un’intervista a Panapress, nella quale ha anche sottolineato che queste elezioni avranno senso se ci sarà un concreto chiarimento di tutte le “questioni sostanziali” che hanno portato al duplice assassinio dell’ex presidente Vieira e del generale Tagme na Waie.
"Abbiamo bisogno di capire ciò che è accaduto in Guinea Bissau. Se si è trattato di un colpo di stato dettato da motivazioni politiche e militari o un semplice incidente" ha insistito Gomes. Per Aristides Gomes, sociologo di 55 anni di età, se il paese andrà al voto senza queste precisazioni, "avremo un nuovo presidente che rischierà costantemente un altro colpo di stato”. Pertanto, ha concluso, non ne vale la pena "eleggere un nuovo agnello per essere portato immediatamente verso l'altare del sacrificio".
Secondo l’agenzia Lusa, anche Francisco José Fadul, ex-primo ministro e attuale presidente del Tribunale dei conti e del partito di opposizione Padec sarebbe intenzionato a candidarsi. Fadul è stato anche protagonista negli ultimi giorni, avendo subito violenza da parte di alcuni militari, che lo hanno bloccato e picchiato, costringendolo a un ricovero in ospedale. Dietro le violenze ci sarebbero le forti critiche espresse nei confronti del governo e dell’esercito.

lunedì, aprile 06, 2009

ELEZIONI IL 28 GIUGNO MA LA SITUAZIONE E’ DELICATA

Le elezioni presidenziali sono state fissate: si andrà alle urne il prossimo 28 giugno, ma la situazione in Guinea Bissau è tornata molto delicata. Nella scorsa settimana ci sono stati episodi di violenza, scaturiti dalle critiche all’attività di governo e militare. Oggi in Parlamento, c’è stato un dibattito sollecitato dall’opposizione, durante il quale il ministro della Difesa della Guinea Bissau, Artur Silva, a garantito che i militari sono subordinati al potere civile e ha esortato i guineani a contenere il linguaggio e dialogare per superare le difficoltà del paese.A provocare la reazione dell’opposizione che ha anche chiesto le dimissioni del governo, ci sono stati due episodi in particolare, rivelati da attendibili fonti locali all’agenzia Misna: l’aggressione ai danni di un noto avvocato, Pedro Infanda, che dopo essere stato trattenuto in un carcere militare, è stato ricoverato in ospedale per le percosse ricevute e quella a Francisco José Fadul, ex-primo ministro, ora presidente del Tribunale dei conti e del partito di opposizione Padec. Fadul è stato bloccato e picchiato da militari, per poi essere ricoverato in un ospedale portoghese. In entrambi i casi, dietro le violenze ci sarebbero le forti critiche espresse nei confronti del governo e dell’esercito.

venerdì, aprile 03, 2009

Governo si dichiara "molto preoccupato".

Il governo portoghese è "estremamente preoccupato", per i recenti avvenimenti in Guinea-Bissau, compresa la battitura della Corte dei conti e l'arresto di un avvocato, ha detto Giovedi il Segretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione.

Contattato per telefono a Bruxelles , João Gomes Cravinho considerato "estremamente preoccupanti" quegli eventi "che si verificano in particolare quando ci sono i suggerimenti che sono legati a posizioni politiche di queste persone e ci sono suggerimenti che sono coinvolti i militari.

"È essenziale che il governo, le forze armate e delle forze di sicurezza in grado di soddisfare le loro responsabilità e la loro responsabilità è questa: garantire la sicurezza per i cittadini della Guinea-Bissau", ha aggiunto.

"E 'molto difficile in seno alla comunità internazionale chiedere per il sostegno alla Guinea-Bissau, dove il malcostume è abitudine, senza una posizione chiara da parte delle autorità della Guinea-Bissau.

Inviata a commentare se tali eventi possono condurre una "deriva dello stato di diritto democratico, João Gomes Cravinho ha riconosciuto che questo rischio esiste.

"Quando le autorità non prendono la responsabilità, naturalmente questo rischio esiste. Pertanto, invitiamo le autorità ad assumersi le proprie responsabilità in pieno: il governo, le forze armate e delle forze di sicurezza '.

fonte: ioldiario