venerdì, maggio 29, 2009

ASEQUAGUI SI RIUNISCE


Ve ne abbiamo parlato tempo fa, nel momento della fondazione del gruppo. Si tratta di Asequagui, "Associaçao dos estudantes e quadros guineenses em Italia-ASEQUAGUI", una associazione che sta muovendo i primi passi.

Il prossimo sarà quello di riunirsi domani 30 maggio, alle ore 15.00, presso l'Istituto Salesiano Don Bosco in Via Provolo 16 a Verona, con i seguenti punti all'ordine del giorno:
Presentazione del Comitato Direttivo
Presentazione dei Collaboratori
Distribuzione delle tessere agli iscritti
Località della Guinea-Bissau scelta per la costruzione della scuola ed esposizione delle motivazioni
Varie ed eventuali
Si informa che è disponibile un ampio parcheggio nel cortile interno dell'Istituto.Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito
www.asequagui.org

Se siete in zona andate a trovarli, perché questo progetto merita davvero...

martedì, maggio 26, 2009

Capo delle forze armate ripete le accuse nei confronti di alcuni politici

Capo di stato maggiore generale delle Forze Armate, Zamora accusa ancora una volta alcuni politici accusati di incitare i militari a attuare rivolte.

Durante l'apertura della conferenza sul dialogo nazionale in Guinea Bissau, che si conclude oggi al Palace Hotel di Bissau, organizzato dalla Lega dei diritti dell'uomo, il Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate continua a insistere sul fatto che i politici sono responsabili per l'incitamento ai militari. Jose Zamora induttivo, per la terza volta da quando è diventato capo del personale, non ha esitato a dire che è una situazione grave, ma è fuori dalla missione assegnata alle forze armate.
"Purtroppo, ci sono ancora persone che spingono i militari ad attuare missioni che non sono fatti per loro. Questo è grave. E 'grave. Dobbiamo cercare meccanismi. Dobbiamo trovare il modo per superare questo.
'Mi riferisco ad alcuni politici continuano a credere che il modo migliore per entrare o rimanere al potere è attraverso l'uso delle forze armate, sottolinea e aggiunge , sappiamo tutti, dal momento che la condizione dell'esercito che ha salari arretrati, questi punti deboli sono sfruttati da politici di utilizzare i militari per il loro tornaconto.
Jose Zamora anche detto che i politici, anche se non al potere, hanno responsabilità per le Forze Armate, e di una "responsabilità" di tutti i Guineani al lavoro che i militari soddisfino i propri obblighi.

fonte: jornaldigital

sabato, maggio 23, 2009

L'ATALANATA SCENDE IN CAMPO PER LA GUINEA BISSAU

Il link all'articolo di bergamonews che spiega com'è nata l'iniziativa benefica che vedrà protagonisti anche i calciatori dell'Atalanta, in particolare Nando Coppola e Sergio Floccari
A loro va un sentito grazie per questa opera di sensibilizzazione...


http://www.bergamonews.it/sport/articolo.php?id=11090

martedì, maggio 19, 2009

LEADER POLITICI INCITANO MILITARI AL GOLPE
fonte Journal digital

Una fonte dello Stato maggiore generale delle Forze armate della Guinea-Bissau ha dichiarato a PNN che alcuni leader politici hanno incitato alcuni alti dirigenti militari a una sollevazione militare per prendere il potere e supportare i loro partiti nelle elezioni presidenziali del 28 giugno.

Tra i politici citati dalla fonte, figurano Certório Biote, avvocato ed ex ministro degli Interni, Alfredo Malu, ex vice direttore dei servizi di informazione dello Stato, Rui Sanhá, magistrato e temporaneamente alla Procura Generale della Repubblica e Tibna Sambè Na Wana, che durante il governo di Carlos Correia è stato Segretario di Stato per l'ambiente.

Secondo la fonte alcuni alti dirigenti militari sarebbero stati avvicinati dai leader e invitati ad assumere il potere o il sostegno del loro partito nel corso delle prossime elezioni presidenzialiUna proposta respinta da parte dei militari e dello Stato Maggiore Generale delle Forze Armate, in un momento in cui è in atto una campagna di sensibilizzazione per convincere i militari a non impegnarsi in politica

domenica, maggio 17, 2009

UN VIAGGIO PARTICOLARE... di P. Celso Corbioli, Centro de N'Dame

Dire che nel tragitto Dakar-Bissau accadano degli imprevisti non è affermare una grande novità: si sa bene che lungo quella strada può capitare di tutto.
I chilometri in verità non sono tantissimi, circa 650. Ma si deve sapere che occorre passare attraverso tre paesi: il Senegal, il Gambia, ancora il Senegal, e finalmente la Guinea Bissau. In allegato c’è una cartina per facilitarne la comprensione.
La mattina del 8 Maggio siamo partiti molto presto da Dakar, verso le 4,30. La mia intenzione era di arrivare alla mia Missione di N’Dame, in Guinea Bissau, perché il giorno dopo avevo un impegno. Ero in compagnia di due giovani oblati senegalesi, Etienne e Jean-Marie. Viaggiavo con la loro macchina, in direzione di Temento, la loro missione. Era là che, all’andata, avevo lasciato la mia vecchia macchina.
Non ci è voluto tanto tempo raggiungere la frontiera con il Gambia (4 ore e mezzo). Nemmeno le pratiche (passaporti, dogana…) ci hanno portato via molto tempo, perché Etienne ci sapeva fare. Ero contento
perché le cose andavano più veloci del previsto. Quando però siamo arrivati al traghetto, abbiamo perso tutto il tempo che avevamo guadagnato, a causa di un camion che non riusciva ad entrare. E così passarono alcune ore. Ma finalmente arrivò il nostro turno e attraversammo. Arrivati di là, c’erano da fare altri 20 km in terra battuta per uscire dal Gambia e rientrare nel Senegal. Tutto bene per i controlli, grazie al nostro Etienne. In poco tempo arrivammo vicino alla frontiera, mancavano ancora 50 metri. Ultimo controllo della Polizia del Gambia. Questa volta però più minuzioso: luci, frecce, patente e… clacson. Ero io alla guida.
“Il clacson funziona?” Mi chiese il poliziotto.
“Come no!” (Aveva sempre funzionato!). E invece no! Continuavo a pigiare, con sempre più forza, ma niente. Anche Etienne mi aiutò, ma non ne usciva nessun suono. Guardai in faccia il poliziotto, dicendo:
“Le assicuro, funzionava fino a poco fa!”.
Il poliziotto mi guardava (con una certa soddisfazione). Sembrava voler dire: a chi la vuoi far credere? Ripetei:
“Può sembrar strano, ma solo ora, qui davanti a lei, non funziona”.
Mi guardava ancora, per nulla convinto; sembrava che pensasse: dicono tutti così! Era inutile insistere. Mi disse di accostare a lato e di seguirlo. Entrammo sotto una tettoia coperta di frasche. Mi disse chiaramente che era un’infrazione grave, e che se avessi dovuto pagare la multa, mi sarebbe costata molto cara, in tempo (avremmo dovuto tornare indietro, per quella pista piena di buche, fino alla centrale della Polizia), e in denaro. Però ci sarebbe stato un altro modo: mettermi d’accordo con lui. Feci finta di non capire, e gli dissi che in tutta la mia vita di guida non mi era mai capitata una cosa del genere. Questo sembrava impressionarlo, ma non al punto da fargli cambiare idea.

Gli dissi ancora: “Ti chiedo semplicemente di lasciarci andare. Appena arriveremo dal meccanico, metteremo a posto il clacson”. Niente da fare. Certo, sarebbe stato molto più semplice dargli qualcosa e partire, tanto più che eravamo in ritardo. Ma non me la sentivo proprio. E poi in quella strada polverosa avevo notato un cartello: “say no to bribery” (di’ no alla corruzione). (La lingua nazionale in Gambia è l’inglese, in Senegal il francese e in Guinea Bissau il portoghese).
Visto che non avevo intenzione di cedere, mi disse di aspettare il capo. Costui venne dopo un po’. E
ra un uomo sulla cinquantina, dall’aspetto bonario.
“Here is the boss” (ecco il capo), mi disse.
“Senti capo, ho un problema”, gli dissi sorridendo, “il clacson non funziona…”. (Inutile ripetergli tutta la storia, che prima funzionava ecc.). “Ti chiedo semplicemente di lasciarci partire. Lo aggiusteremo appena arriveremo dal meccanico”.
“Sì, però se ci dai qualcosa…”.
“Non sono abituato a fare queste cose, capo. Lavoro come missionario in Guinea, e non sono là per fare commercio, ma per aiutare. Perché non aiutate anche voi?”.
Si guardarono in faccia e, dopo una breve riflessione, fecero un cenno di affermazione. E disse:
“Va bene, potete andare, buon viaggio”.
“Grazie capo!”.
Entrammo in Senegal, e dopo un paio di ore eravamo a Zinguenchor, la capitale del Senegal del Sud (la cosidetta Casamance). Come promesso, andammo dal meccanico. La tromba del clacson si era staccata e fu necessario saldarla. Così passò altro tempo. Arrivammo a Temento alle 7 di sera.
La strada che rimaneva per arrivare a N’Dame non era tantissima (115 km), ma bisognava prendere una pista e passare attraverso la frontiera, in una zona di savana e di foresta. Inoltre in Guinea ci sarebbe stato un altro traghetto che alle 7,30 di sera si fermava (è appena stato costruito un ponte, finanziato dalla comunità europea. Sarà presto inaugurato).
Pensando però che al di là della frontiera c’era una missione (Ingorè), avrei potuto arrivare fino là, e ripartire la mattina seguente molto presto per prendere il primo traghetto. I miei confratelli erano d’accordo su quest’idea, e così presi la vecchia macchina che avevo lasciato all’andata (la papamobile, per chi ne ha sentito parlare), e mi avviai verso il “mato” (la foresta). Come detto, è una zona di confine tra Senegal e Guinea; è facile passare perché non ci sono controlli. Ai soldati senegalesi che incontriamo di tanto in tanto spieghiamo chi siamo, e ci lasciano andare. Quella sera non incontrai nessuno.
In Africa la notte arriva in pochi minuti, questo lo sapevo bene. Alle 7,15 ci si vedeva ancora, ma alle 7,30 era già buio. Così, dopo pochi km dovetti accendere le luci. Mi ricordavo però la pista per averla fatta altre volte. A un certo punto incontrai un gruppo di ragazzi: chiedevano con insistenza un passaggio. Pensai di aiutarli, dal momento che sembravano andare nella mia stessa direzione. Continuammo il cammino. Sapevo che a un certo punto, dopo una chiesetta, dovevo prendere la prima a sinistra. Tutto bene. Sapevo anche che avrei dovuto prendere la pista seguente pure a sinistra, ma arrivato là mi gridarono che non è quella la strada giusta.
“Vuoi vedere che non mi ricordo bene?” mi dissi. E allora avanti. Ma dopo poche centinaia di metri non mi ritrovavo più. Quella strada non l’avevo mai fatta. Arrivammo in un villaggio (nuovo per me), e mi dicono:
“Noi ci fermiamo qui”.
“Ma io devo andare a Ingoré. E’ questa la strada?”
“Ah, no. Ma se torni un po’ più indietro ne vedrai una a destra, prendi quella e ti ritroverai”.
Faccio retromarcia, ritorno e prendo la strada indicata. Ma più mi vado avanti, più mi trovo confuso. Non so più dove sono. Ci sono altre piste, in tutte la direzioni. Quale sarà quella giusta? Sto perdendo la pazienza (con me) e mi dico: “Ecco che cosa ci si guadagna ad aiutare gli altri! Se mi lasciavano andare per la mia strada…”. E’ notte fonda. Il forte canto dei grilli e dei vari insetti che altre volte seguivo con piacere, non mi dice nulla. Comincio a preoccuparmi. Mi viene la voglia di tornare a Temento, ma rischierei di non trovare nemmeno quella strada. A un certo punto mi dico: “Sono certo che ne uscirò, perché so per Chi sto lavorando”. E riprendo sicurezza. Dopo un po’ arrivo a un nuovo villaggio. Escono all’inizio i più coraggiosi (i giovanotti) e via via donne, anziani e bambini, attratti dal rumore del motore e dalla luce dei fari. Sono tutti intorno alla macchina. Chiedo anche a loro:
“Devo andare a Ingoré, è questa la strada?”
Uno mi dice:
“Dovrei andarci anch’io, ma solo domani. Se continui diritto incontrerai un altro villaggio. Lì ti spiegheranno”.
E allora avanti ancora. Dopo un po’ arrivo a un incrocio di piste. E, cosa strana, mi sembra una zona familiare. In effetti sono nella strada che conosco. E allora non mi preoccupo più. Arrivo al villaggio, ma non è più necessario chiedere. E continuo contento.
Verso le 9 sono a Ingoré. Entro nella casa delle Suore, e dico:
“Capisco che non sono queste le ore per arrivare qui, ma…”
“Qui va bene venire in tutte le ore!” Mi dicono. E mi fanno subito un posto a tavola.


N’Dame, 13.05.09

In allegato 1- la piantina, con evidenziata la strada percorsa.
2- Il ponte nuovo, dopo Ingoré.

martedì, maggio 12, 2009

Visita a Foggia di Mons. Josè Camnate

Mons. Josè Camnate, Vescovo della Guinea Bissau, e don Ivo Cavraro, Missionario "Fidei Donum" dell'Arcidiocesi di Foggia - Bovino, saranno a Foggia da oggi al 16 maggio. Le visite ufficiali cominceranno domani, 12 maggio alle ore 10.00, con un incontro con i sacerdoti della Curia Vescovile di Foggia, presieduto da Mons. Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo Metropolita. Alle ore 20.00, sempre di domani, è previsto il meeting Foggia - Guinea Bissau dal titolo "Un ponte missionario e solidale" che si terrà presso la Parrocchia Beata Vergine Maria Madonna del Rosario in Via Guglielmi. Mentre giovedì 14 alle ore 11.00, invece, presso la Fondazione Banca del Monte, si terrà la presentazione del dvd "Mezzogiorno Africa" a cura della Onlus Solidaunia. Nel pomeriggio di giovedì, alle ore 16.00, nella Sala Consiliare di Palazzo Dogana, è previsto il forum dal titolo "Pace in Africa: questione di leadership", a cui parteciperanno, tra gli altri, Mons. Francesco Pio Tamburino e Mons. Josè Camnate. Infine venerdì 15 maggio, infine, a partire dalle ore 21.00 a Parco San Felice, si esibiranno i "Bumbulum", gruppo musicale proveniente dalla Guinea Bissau.

fonte: teleradioerre.it

venerdì, maggio 08, 2009

Governo di Bissau chiede aumento della piattaforma continentale

La Guinea-Bissau presenterà il prossimo 13 Maggio alle Nazioni Unite, le informazioni preliminari che indicano i limiti esterni della sua piattaforma continentale affinchè siano fissate al di là delle 200 miglia nautiche.
Il documento presentato alle Nazioni Unite è stato preparata con il sostegno del Regno di Norvegia e sarà presentata al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, la settimana prossima, per il tramite della "Commissione sui limiti della piattaforma continentale".
L'iniziativa segue la convenzione delle Nazioni Unite, ratificata da Stato della Guinea, nel mese di agosto 1986 ed è entrato in vigore il 6 novembre 1995. Il documento stabilisce che i paesi costieri che intendono stabilire i limiti esterni della piattaforma continentale al di là di 200 miglia nautiche dalle linee di misure, che sono le estensioni del mare territoriale, devono presentare alla Commissione sui limiti della piattaforma continentale delle Nazioni Unite, le caratteristiche di tali limiti, con il sostegno tecnico e scientifico dei dati entro un termine massimo di 10 anni a decorrere dalla data di entrata in vigore della Convenzione in ogni paese. Dopo i documenti presentati, l'ONU deciderà in merito ai limiti della Guinea-Bissau.

fonte:jornaldigital

mercoledì, maggio 06, 2009

Save the Children, la povertà uccide nove milioni di bambini ogni anno

Nel mondo ogni anno muoiono oltre 9 milioni di bambini prima di compiere i cinque anni e oltre 500mila donne a causa di complicazioni legate alla gravidanza e al parto. E' quanto si legge nel decimo Rapporto Save the Children sullo stato delle madri nel mondo, presentato dall'organizzazione Save the Children, secondo il quale quasi il 40% di tutti i bambini sotto i 5 anni nei paesi in via di sviluppo, pari a 200 milioni di minori, non riesce a raggiungere il suo massimo e completo sviluppo cognitivo, a causa della povertà, della scarsa alimentazione, delle precarie condizioni di salute e di cure inadeguate: il risultato è che molti di questi bambini o non si iscrivono a scuola o sono destinati a una carriera scolastica di insuccessi. E' il Ciad, seguito da Afghanistan, Burundi, Guinea Bissau e Mali, il Paese nel mondo dove in cui i bambini registrano i peggiori risultati a scuola.

«Purtroppo - spiega Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia - è ancora enorme il gap fra la condizione delle donne e dei bambini nei paesi industrializzati e quella di madri e bambini nei paesi in via di sviluppo. Se continuiamo di questo passo e i numeri restano così drammatici è escluso che raggiungeremo il quarto e quinto obiettivo del millennio, cioè la drastica riduzione della mortalità infantile e di quella materna, in gravidanza o durante il parto. E' necessario e urgente - sottolinea - che a tutte le donne siano offerti quegli strumenti e opportunità che permettano loro di spezzare il cerchio della povertà e migliorare la qualità della loro vita, di quella dei loro figli e delle generazioni a venire. Inoltre - prosegue Neri - è fondamentale investire nel sostegno allo sviluppo della prima infanzia, un momento cruciale nella vita di un bambino perché
dalla qualità di questi primi suoi anNi di vita dipenderà anche il suo rendimento scolastico e il suo pieno e successivo sviluppo fisico e mentale. Il G8 rappresenta un'occasione importante per mantenere gli impegni economici presi nel Summit del 2007 - ricorda Neri - ovvero di destinare 1,5 miliardi di dollari all`anno. Tuttavia per garantire a pieno il diritto alla salute di mamme, bambine e bambini e quindi raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio nel 2015, è necessaria una quota aggiuntiva di 10,2 miliardi di dollari all`anno».

fonte: sole24ore
AUTORITA' SANITARIE IN PIENO ALLARME

Nonostante le evidenti difficoltà in cui operano le autorità sanitarie della Guinea-Bissau, hanno mobilitato le scarse risorse scientifiche e materiali per contrastare l' influenza suina, ora noto come influenza A.
Dopo la conferma del primo caso di influenza suina in Portogallo, il Ministero della sanità pubblica è intervenuto nel corso di riunioni con le parti interessate del settore, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la tecnica di assistenza sanitaria.
Ieri, il Ministero della sanità pubblica, si è incontrato con il gruppo di Igiene e di Epidemiologia e prende un altro punto di vista al comitato tecnico nazionale per la lotta contro le epidemie, che definirà nei prossimi giorni, le linee guida per la prevenzione. L'aeroporto, i porti e le frontiere terrestri, sono punti che devono essere tenuti sotto il più stretto controllo sanitario.
Nella capitale della Guinea, le autorità sanitarie nelle prossime ore isolerà uno dei centri di salute, che si trova alla periferia di Bissau, in particolare per affrontare eventuali casi di influenza. Tuttavia vi è una difficoltà ha dichiarato il Direttore Generale della Sanità, Marilene Menezes D'Alva e si riferisce al fatto che i laboratori non hanno in Guinea avanzate tecnologie scientifiche per affrontare l'epidemia.
A causa della mancanza di risorse per la guarigione, la strategia è la prevenzione e la notifica degli eventi, il che significa che sono "minimamente preparati". La salute nelle regioni del nord di Santo Domingo, gabu e ad est di Bafatá, che confinano con il Senegal e la Guinea-Conakry, rispettivamente, sono i settori che la maggior parte riguardano le autorità sanitarie nazionali. In questi settori, considerati i più esposti al traffico di questo nuovo virus influenzale A, si prevede un forte intervento e di registrare tutti i casi sospetti.

fonte:jornaldigital

martedì, maggio 05, 2009

Società 'G-B Fosfhat Mining' riprende i lavori

La Società 'GB Fosfhat Mining' ha ripreso il 2 maggio il lavoro di ricerca e di sfruttamento del giacimento di fosfati nei pressi di Farim, Guinea-Bissau settentrionale.
Per questa testimonianza, il Ministro delle Risorse Naturali e il Governatore della Regione oio Oscar Barbosa, Matilde Indequi, si è trasferito questo week-end per il villaggio di Salquenhe a informare la popolazione locale di riprendere il lavoro.

Nel corso di questa riunione per Oscar Barbosa è stata l'occasione per il governo della Guinea per evidenziare l'importanza dello sfruttamento dei fosfati per lo sviluppo della regione, e per il paese.

Va osservato che il governo della Guinea aveva risolto il contratto con 'GB Fosfhat Mining, accusandolo di non adempiere le sue promesse.

lunedì, maggio 04, 2009

Ci scusiamo per aver aggiornato meno frequentemente il blog negli ultimi giorni, ma siamo molto presi dalla realizzazione di questo bell'evento:

QUALE FUTURO PER L'AFRICA?

UNA DUE GIORNI DI RIFLESSIONI SUL CONTINENTE NERO

L'ong Solidaunia - la Daunia per il mondo Onlus, organizza il 14 e 15 Maggio, a Foggia, una due giorni di incontri sul tema "Quale futuro per Africa?" . Il 14 presentazione del progetto svolto in Guinea Bissau e forum - dibattito con ospiti da Guinea Bissau (Filomeno Lopes e il vescovo di Bissau Mons. Josè Camnate), Congo Brazaville, Burundi e Uganda, oltre al Vescovo della città di Foggia e esponenti locali in cooperazione allo sviluppo. Nella serata successiva del 15, concerto dei BUMBULUM, gruppo di musica tradizionale della Guinea Bissau!

Clicca sulla locandina per ingrandirla

domenica, maggio 03, 2009

Africa Occidentale/ Africom: "Scioccante" il traffico di droga
Vice-comandante Yates: giro di affari da due mld di Usd nel 2008

Berlino, 29 apr. (Apcom) - Il crescente traffico di droga in Africa occidentale è un problema "scioccante" che rischia di destabilizzare ulteriormente la regione. A sostenerlo è il vice-comandante per le attività civili e militari del comando Usa in Africa (Africom), Mary Carlin Yates, riferendo dell'impegno già avviato delle truppe Usa per addestrare le forze navali locali agli intervento di contrasto dei traffici che partono dall'America latina, transitano in Africa occidentale e arrivano sul mercato europeo. "E' scioccante quello che sta avvenendo - ha detto Yates al suo rientro da una missione nella regione - è gigantesco e sta crescendo. Naturalmente meno stabile è un Paese e più è facile da destabilizzare". Il valore della droga in transito in Africa occidentale è raddoppiato ogni anno a partire dal 2005, ha ricordato, sfiorando i due miliardi di dollari nel 2008. Secondo Yates, le "tragedie" dell'uccisione del Capo di stato maggiore e del Presidente della Guinea Bissau, ai primi di marzo, sono servite da monito per interventi più efficaci contro il traffico di droga e a favore della stabilità regionale. Negli ultimi anni, la Guinea Bissau è emersa come il principale punto di transito della droga in arrivo dall'America Latina e diretta in Europa. "Ci sono certamente nel Paese leader e persone che non vogliono consegnare la nazione ai trafficanti di droga - ha aggiunto - perchè questi trafficanti non sono gente del posto, vengono dall'America Latina". Yates ha quindi riferito dell'iniziativa internazionale a guida Usa, denominata 'African Partnership Station', per addestrare le forze navali africane nelle operazioni di perquisizione e sequestro di droga. "Credo che ci sia ancora molto lavoro da fare, ma abbiamo iniziato bene il nostro cammino", ha sottolineato. (fonte Afp)

AMI preoccupato per la allarmante situazione umanitaria in Guinea-Bissau

Il Medical Care International (AMI) ha detto, questo Sabato, "la situazione umanitaria in Guinea-Bissau è molto grave e preoccupante. Il presidente , la diplomazia portoghese deve essere più forte nei rapporti con quel paese. "

Considerando l'attuale situazione umanitaria in Guinea-Bissau molto grave, il presidente della AMI "l'obiettivo è quello di stabilire un contatto con i volontari della AMI che sono già lì e con le autorità della Guinea", ha spiegato a TSF.

In un paese in cui lo Stato ha a disposizione un budget limitato, che vive principalmente di aiuti esterni, la salute soffre "impatto diretto", ha detto Fernando Nobre, sottolineando che la situazione in Guinea-Bissau è 'complicata'.

Il capo della AMI ritiene inoltre che la diplomazia portoghese deve essere più forte nei rapporti con la Guinea-Bissau, sotto pena di quel paese diventa un 'Stato canaglia'.

L'AMI è in Guinea-Bissau da 22 anni, e questa volta è dotato di 18 volontari in missione umanitaria .

Fonte: tsf