PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE
Passare da una cultura della "reazione e dell' intervento" a una di "prevenzione": questo l'obiettivo che si prefigge l'Onu. I conflitti tra Stati e al proprio interno sono cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi anni, di pari passo con la loro complessità, e ció ha messo a dura prova le capacità operative delle Nazioni Unite, tale da imporre ed esigere un rafforzamento delle suo ruolo.
Questo è quanto stato affermato dal Consiglio di Sicurezza in un discorso pronunciato dall'Ambasciatore Pascal Gayama (Repubblica del Congo - a cui spetta la presidenza questo mese) che poi ha proseguito affermando che "la variegata natura dei conflitti odierni che, oltre alle lotte tra Stati e al loro interno, coinvolge anche nuove minacce, impone alla massima organizzazione mondiale di lavorare affinché possa dotarsi di un maggior ruolo nel prevenire e nel risolvere i conflitti in tutte le forme esistenti.
Se è incoraggiante il fatto che secondo le ultime statistiche c'è stato un declino del 40% del conflitti armati nel mondo a partire dagli anni '90, ció "non è ancora abbastanza" ha affermato Ban Ki Moon, riferendosi alle migliaia di vite umane che si perdono ogni giorno, alle violenze, al dolore e alle sofferenze che affliggono ogni angolo del pianeta.
Di altrettanta importanza, è costruire la pace in paesi che sono usciti da poco da guerre rovinose, come il Burundi, Sierra Leone, GUINEA BISSAU e Liberia. Anche in questi casi si parla "peace-building" ma in concreto si tratta di prevenzione, ovvero prevenire che le fragile strutture possano collassare di nuovo nello spiraglio della violenza.
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