mercoledì, febbraio 21, 2007

LE RELAZIONI TRA AFRICA e CINA

Scritto ed inviato da Fernando Casimiro

"L’Africa è un continente e la Cina un esteso paese, il più popoloso del mondo.

La Cina è un impero; popolò regioni del continente asiatico, portò i propri usi e costumi ad altre terre e popoli nel mondo.

La Cina si definisce una Repubblica Popolare, governata da un partito comunista. Di popolare può avere al massimo quello di essere la nazione più popolosa al mondo.
Di orientamento comunista solo il fatto di avere al governo un partito che porta ancora quel nome.

La Cina che si conosce non è la Cina dove i cinesi vivono in libertà, con diritti, doveri e garanzie da cittadini, residenti in un paese che possa degnarsi di avere uno Stato di Diritto.

La Cina che emerge è caratterizzata esclusivamente da una ideologia ed una società capitalistica.

La Cina ha giocato una strategia intrecciata tra il sostenere l’ideologia comunista per sfuggire alle responsabilità dei criteri di apertura alla democratizzazione ma, contemporaneamente, ha accelerato le sue riforme economiche seguendo orientamenti antagonisti all’ideologia comunista e carenti, nella definizione pratica, dei concetti macroeconomici dell’ideologia capitalistica.

La necessità di modernizzarsi, per potersi espandere, ha fatto si che la Cina progettasse una politica estera degna di nota, avendo come base la sostenibilità dei suoi affari e il “tornaconto” di capitali, nei vari “pacchetti” strategici definiti, compatibili con le risorse delle aree, nel mondo, di interesse e di investimento.


La Cina ha definito la sua strategia di crescita e di sviluppo, avendo come obbiettivo il concorrere, con le principali potenze mondiali, all’accaparramento delle principali materie prime energetiche mondiali che sostengono l’industria globale. E’ questa garanzia di controllo delle riserve di energia e materie prime che fa la differenza, e la farà sempre più, nel determinare e sostentare una superpotenza.

Uno spazio privilegiato e con svariate riserve di prodotti minerali energetici è l’Africa!

Privilegiata, per non concorrere nella ricerca di garanzie di un futuro migliore per gli africani e, per così dire, per non definire politiche di sviluppo che utilizzino le proprie risorse primarie energetiche, come anche per il lasciare che si sfruttino le sue ricchezze in cambio di contropartite finanziarie che sono delle miserie, rispetto al valore del prodotto e che non vanno minimamente incontro (le contropartite) alla salvaguardia ed al beneficio degli interessi dei popoli, ma piuttosto dei loro governi.

La Cina ha studiato il percorso europeo in Africa, sia in epoca coloniale, sia nel contesto delle nuove relazioni tra ex colonie e ex colonizzatori.

La Cina sa che molto, del successo dello sviluppo europeo, ha avuto come base e sostegno il continente africano, non solo per le risorse naturali, ma altresì per quelle umane.

La Cina sà anche che l’Europa, poco ha investito nella valorizzazione del continente africano, particolarmente nelle sue risorse umane, attitudine questa che ha creato una dipendenza cronica tra Europa e Africa sia in campo tecnologico che di capacità dirigenziali.

La Cina sa cosa gli Europei hanno lasciato in Africa, ma anche ciò che hanno tolto e tolgono dall’Africa.

La Cina sa quello che gli europei hanno dato oggi all’Africa, ma sanno, principalmente, quello che i governanti africani preferiscono ricevere, ma che i criteri dei programmi di cooperazione dei paesi europei non sempre approvano.

Di studio in studio la Cina ha creato pacchetti offerta, nella sua missione di partner strategico con l’Africa, non per aiutare il continente africano a svilupparsi, ma, come nel periodo di colonizzazione europea, per sfruttare le ricchezze africane per sostenere le necessità enormi della sua rete di sviluppo, che dipende essenzialmente dalle materie prime energetiche, di cui la Cina necessita in grande quantità.

Se un tempo gli africani furono ingannati dai primi colonizzatori europei, oggi, la tattica della Cina consiste nel finanziare progetti non sempre proposti dai governanti africani, ma inclusi in pacchetti di offerte presentati dalla Cina, in chiare modalità neocoloniali.

Si sa che la Cina fa arrivare tutti i mezzi per concretizzare ed eseguire i progetti annunciati, dai semplici chiodi alla manodopera.

Si sa che la Cina riesce in questo modo a esportare i suoi prodotti senza avere concorrenza o restrizioni, recuperando così gli investimenti, in quanto il denaro investito è in realtà una strategia finanziaria con contropartite superiori agli investimenti e, soprattutto, con un ritorno totale del denaro al punto di partenza: la Cina.

La Cina ha esteso ugualmente la questione delle relazioni internazionali ed ha approfittato dell’ambiguità di posizioni di convenienza europee ed americane per, nell’ombra, continuare a sostenere una politica indifferente ai diritti umani, fuggendo il problema della non ingerenza interna nelle questioni nazionali, in modo da salvaguardare una relazione di promiscuità con i regimi dittatoriali africani e in difesa dei suoi interessi.( Essendo inoltre la Cina un esempio di negazione dei diritti umani stessi.)

Intanto, questa avanzata cinese, non è passata inosservata ai paesi “sviluppati”, che sempre più insorgono contro l’invasione di questa nel continente africano.

Questa attitudine di Europa e USA di denunciare la pretesa ipoteca delle riserve minerali energetiche dell’Africa da parte della Cina, nel modo in cui è stata compiuta, avviene solo in quanto la politica cinese in questione ha avuto successo. I Pacchetti di offerta all’Africa stanno, di fatto, consentendo l’insediarsi della Cina nel continente africano in pianta stabile.

Se i movimenti cinesi stanno viziando i concetti di cooperazione tra nazioni e popoli, molto si deve alle strategie errate di relazioni con l’Africa e gli africani, da parte proprio di UE ed USA. Strategie sempre basate in contropartite materiali immediate che mai hanno voluto assumere principi e difendere valori universali che moralizzassero le “buone prassi” che tanto l’UE e gli USA difendono per se stesse.

Le politiche di cooperazione tracciate e seguite dai governanti africani sono, nella maggioranza, sostenute per convenienza di piani normalmente elaborati dai partners economici europei ed americani. Politiche non sempre basate sulla trasparenza e di cui oggi si fa uso ed abuso in Africa per dare alla Cina opportunità che UE e USA hanno avuto e mal utilizzato, per migliorare lo sviluppo del continente africano.

Ma se europei ed americani non hanno migliorato quasi nulla fin qui, molto meno riusciranno a farlo i cinesi, in quanto è più facile una revisione degli errori strategici da parte di europei ed americani (nel senso di nuovi programmi per uno sviluppo sostenibile, basato su formule di reciprocità dei vantaggi ugualmente sostenibili con i paesi africani , ripensando nuove strategie relazionali con il continente nero), che permettere l’espansione cinese nel continente.

Gli africani dovranno tener conto che non c’è sviluppo sostenibile senza libertà, e il ricordo della colonizzazione resterà sempre presente per chiarire i dubbi in tal senso.

Chi avrà buone intenzioni nei confronti dell’Africa, dovrà averle anche per gli africani, e non guardare semplicemente alle ricchezze naturali del continente nero ed ancor meno appoggiare e sostenere dittature in Africa, chiudendo gli occhi davanti ai massacri, alla fame, alle malattie, in una parola: le disgrazie dell’Africa e degli africani vittime dei loro governanti, appoggiati dagli interessi economici delle potenze mondiali!

Mi piacerebbe vedere l’Africa affermarsi, creando strutture di sviluppo proprie e sul suo suolo, in modo da evitare la dipendenza. Chiaramente sarebbe sempre una strategia bisognosa dei partners, ma in tal modo da permettere all’Africa di avere ciò che, di buono, hanno tutti gli altri continenti."