Africa, che vinca il migliore
Un magnate egiziano lancia il premio per il più bravo leader africano
Sintesi dell’articolo di Matteo Fagotto, su http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=3&ida=&idt=&idart=6663
Mo Ibrahim, il magnate egiziano della telefonia cellulare, ha proposto una soluzione per scongiurare una delle principali cause del sottosviluppo africano: la corruzione. L' idea consiste nel Prize for Achievement in African Leadership, una iniziativa atta a garantire una sorta di lauta “pensione” ai leader che hanno contribuito in maniera sostanziale allo sviluppo dei Paesi sub-sahariani: 5 milioni di dollari di buonuscita spalmati in 10 anni alla scadenza del loro mandato, più 200 mila dollari annui vitalizi. Si parte dall'assunto che i leader africani,una volta ceduto il potere non godono dei benefits economici connessi alla carica, percio’ nel loro mandato pensano principalmente a una soddisfazione economica personale e del proprio entourage, senza particolare attenzione al popolo. Al vincitore quindi si chiede di soddisfare tutta una serie di criteri elencati nell’indice di governabilità africana, sviluppato grazie all’aiuto del professor Robert Rotberg della Kennedy School of Government di Harvard: garantire uno sviluppo economico sostenibile, rispetto dei diritti umani e della legge, servizi quali sanità ed educazione e un governo trasparente. Il che implica che a concorrere per il premio saranno solo quei presidenti che cederanno il potere democraticamente.
PRO e CONTRO
Molte personalita' di spicco sono entusiaste di questa iniziativa. Tra queste vi sono Nelson Mandela, Kofi Annan e Bill Clinton. Altri invece sono apertamente contro, in quanto a una idea semplice, oppongono una critica altrettanto semplice: perche' i capi di stato dovrebbero accontentarsi della pur consistente somma offerta dalla Mo Ibrahim Foundation, tralasciando una piu' facile fonte di guadagno, dettata dal commercio di materie prime quali il petrolio, i diamanti e i minerali?
C’e’ inoltre da tener presente il timore che le pressioni delle nazioni piu' potenti, impegnate a sostenere con fermezza alcuni candidati, potrebbero rendere la graduatoria poco trasparente. Da registrare infine la stizzita reazione di alcuni media africani che considerano il premio come l'ennesima dimostrazione della scarsa fiducia verso l’Africa e la sua capacità di risolvere i problemi senza ricorrere a incentivi di sorta.
Sintesi dell’articolo di Matteo Fagotto, su http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=3&ida=&idt=&idart=6663
Mo Ibrahim, il magnate egiziano della telefonia cellulare, ha proposto una soluzione per scongiurare una delle principali cause del sottosviluppo africano: la corruzione. L' idea consiste nel Prize for Achievement in African Leadership, una iniziativa atta a garantire una sorta di lauta “pensione” ai leader che hanno contribuito in maniera sostanziale allo sviluppo dei Paesi sub-sahariani: 5 milioni di dollari di buonuscita spalmati in 10 anni alla scadenza del loro mandato, più 200 mila dollari annui vitalizi. Si parte dall'assunto che i leader africani,una volta ceduto il potere non godono dei benefits economici connessi alla carica, percio’ nel loro mandato pensano principalmente a una soddisfazione economica personale e del proprio entourage, senza particolare attenzione al popolo. Al vincitore quindi si chiede di soddisfare tutta una serie di criteri elencati nell’indice di governabilità africana, sviluppato grazie all’aiuto del professor Robert Rotberg della Kennedy School of Government di Harvard: garantire uno sviluppo economico sostenibile, rispetto dei diritti umani e della legge, servizi quali sanità ed educazione e un governo trasparente. Il che implica che a concorrere per il premio saranno solo quei presidenti che cederanno il potere democraticamente.
PRO e CONTRO
Molte personalita' di spicco sono entusiaste di questa iniziativa. Tra queste vi sono Nelson Mandela, Kofi Annan e Bill Clinton. Altri invece sono apertamente contro, in quanto a una idea semplice, oppongono una critica altrettanto semplice: perche' i capi di stato dovrebbero accontentarsi della pur consistente somma offerta dalla Mo Ibrahim Foundation, tralasciando una piu' facile fonte di guadagno, dettata dal commercio di materie prime quali il petrolio, i diamanti e i minerali?
C’e’ inoltre da tener presente il timore che le pressioni delle nazioni piu' potenti, impegnate a sostenere con fermezza alcuni candidati, potrebbero rendere la graduatoria poco trasparente. Da registrare infine la stizzita reazione di alcuni media africani che considerano il premio come l'ennesima dimostrazione della scarsa fiducia verso l’Africa e la sua capacità di risolvere i problemi senza ricorrere a incentivi di sorta.
1 Comments:
Concordo con quanto detto da FUFU!!
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