Un progetto di sviluppo nel Parco Nazionale delle Foreste di Cantanhez, con il sostegno dell’Abruzzo
di Goffredo Palmerini
La Regione Abruzzo è una delle pioniere della cooperazione allo sviluppo tra le regioni italiane. Fu infatti tra le prime, nel 1989, a fare una legge per un’organica politica nel settore. Da allora ha consolidato una lunga esperienza in programmi di cooperazione internazionale con molti Paesi bisognosi di sostegno per il loro sviluppo: in Africa (Angola, Burundi, Eritrea, Camerun, Madagascar, Nuova Repubblica del Congo, Senegal, Zambia e Paesi del Mahgreb), in Asia (India, Palestina e Giordania), in America latina (Argentina e Brasile) e in Europa nell’area balcanica (Albania, Bosnia ed Erzgovina, Croazia, Serbia, Montenegro, Macedonia, Bulgaria e Romania).
Di certo la Regione Abruzzo in cooperazione è all’avanguardia, ha sempre investito con convinzione nel settore, ritenendo che una vera politica di pace e di fratellanza tra popoli si costruisce più con i fatti che con i bei discorsi. Le va dunque riconosciuto il merito, specie in questo periodo, quand’è osservata per le vicende poco decorose sul piano etico di qualche suo governante. Negli ultimi anni, peraltro, un deciso impulso al settore l’ha impresso Gianni Melilla, consigliere regionale e presidente del Comitato per la Cooperazione e lo Sviluppo, da sempre impegnato nella cooperazione internazionale con una spiccata sensibilità.
Nelle varie aree geografiche i campi d’intervento hanno spaziato dalla sanità all’ambiente, dall’agricoltura allo sviluppo sostenibile, dalle infrastrutture alla cultura, dalle politiche sociali all’istruzione, dal sostegno locale alla democrazia partecipativa, dall’efficienza dei sistemi pubblici al welfare. Per ciascuno di tali settori, nel corso degli anni, sono stati realizzati con successo progetti mirati d’intervento della Regione Abruzzo, grazie all’opera di gruppi di volontariato, organizzazioni non governative (Ong), istituti religiosi, associazioni culturali e sociali che operano con competenza nel campo della cooperazione internazionale, sia attraverso risorse del bilancio regionale che in sinergia con fondi specifici del bilancio italiano ed europeo.
La premessa era necessaria per parlare d’un altro interessante programma di cooperazione dell’Abruzzo, questa volta in Guinea Bissau, avviato giusto un anno fa. EcoGuiné – così si chiama il progetto - è iniziato da ottobre 2007 e si completerà a dicembre 2009. Mira a sviluppare in quel Paese africano le grandi potenzialità ambientali del Parco Nazionale delle Foreste di Cantanhez e la Zona di Conservazione di Dulombi., anzitutto con la formazione del personale locale. Una quarantina le persone che hanno preso parte alla formazione, interessate direttamente nel progetto: guide ecologiche, membri del comitato di gestione della zona di conservazione di Dulombi ed esponenti delle associazioni di villaggio. Ma anche le comunità di almeno 12 villaggi, situati tra il Parco Nazionale di Cantanhez e la Zona di Conservazione di Dulombi, sono state in qualche modo coinvolte nell’intervento. Con questo progetto l’Abruzzo ha messo ad investimento in Guinea Bissau la sua cospicua esperienza in campo naturalistico ed ambientale. Definita “regione verde d’Europa”, l’Abruzzo ha oltre un terzo dell’intero territorio regionale protetto, dove sono presenti ben tre parchi nazionali (Parco Nazionale d’Abruzzo-Lazio-Molise, Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, Parco della Maiella), il Parco Regionale Velino-Sirente, moltissime oasi ed aree salvaguardate per flora e fauna.
Questo è dunque EcoGuiné, programma di cooperazione che oltre alla Regione Abruzzo ha come partner il Parco Nazionale del Gran Sasso, l’Università degli Studi dell’Aquila, laureandi con borse di studio della Regione ed altri cooperanti. Del progetto EcoGuiné è coordinatore Claudio Arbore. Romano di nascita, trentacinquenne, dal 1996 Arbore vive e lavora in Abruzzo, dove da anni è impegnato sul fronte della conservazione e della protezione della natura, attraverso l’educazione ambientale nelle scuole e promuovendo iniziative tese a far conoscere le montagne abruzzesi ed il loro ecosistema, grazie anche alla sua esperienza d’alpinista. Presidente dal 2006 dell’Associazione Interpreti Naturalistici (AIN onlus), ha iniziato la sua attività di cooperante cinque anni fa partecipando, nella veste di consulente e ricercatore in geografia umana, a diversi progetti dell’Unione Europea in Africa, quali ECOPAS e AGIR. Pur continuando a collaborare in iniziative multilaterali, da due anni è impegnato nella promozione e realizzazione del Progetto EcoGuiné, di cui è il responsabile, nel quadro del programma di cooperazione decentrata della Regione Abruzzo.
Perché la scelta della Guinea Bissau? Lascio la risposta alle parole di Claudio Arbore, prese da un articolo scritto da lui stesso su una rivista abruzzese. “La Guinea Bissau è uno dei paesi più poveri del mondo secondo le statistiche internazionali, ma questo non basta a descrivere le sue diverse povertà e soprattutto non rende giustizia delle sue reali ricchezze, come avviene del resto per gli altri paesi dell’Africa sub-sahariana, poco conosciuti dagli occidentali nella loro complessità sociale e territoriale. Troppo spesso non si va oltre il PIL o quando va bene, l’Indice di Sviluppo Umano: per noi sono solo paesi poveri o al massimo in via di sviluppo. Siamo arrivati al villaggio per il progetto di cooperazione EcoGuiné, iniziato nell’ottobre scorso. Per molti di noi si tratta di un ritorno. Le esperienze di studio e ricerca degli ultimi anni ci hanno portato più volte a frequentare i villaggi e le foreste della Guinea Bissau, conoscendone sempre meglio i territori. E’ stato del tutto naturale voler continuare a fare qualcosa per quelle popolazioni, per quegli ambienti straordinari, dove avevamo intrapreso un percorso di crescita e di arricchimento reciproco importante.
Così è nato EcoGuiné, frutto del partenariato della onlus abruzzese AIN, con Ong guineane e cofinanziato dalla Regione Abruzzo, finalizzato allo sviluppo dell’ecoturismo quale opportunità di miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali, garantendo la conservazione degli ecosistemi. Le azioni di EcoGuiné sono iniziate nel Parco Nazionale delle foreste di Cantanhez e nella Zona di Conservazione di Dulombi, due delle più importanti aree a valenza ambientale della Guinea Bissau e dell’Africa Occidentale, con un numero elevato di animali entrati da tempo nelle liste rosse di quelli in via d’estinzione e con gli ultimi lembi di foresta umida della costa atlantica, che qui trova il suo limite settentrionale. Queste aree rappresentano l’ultimo rifugio di tutta la regione per animali come il leone, l’elefante e lo scimpanzè, animali simbolo dietro ai quali ci sono migliaia di altre specie a rischio. La sfida è quella di riuscire a conciliare le ragioni della natura con quelle dell’uomo, chiave di volta di tutte le azioni di conservazione, socialmente ed ecologicamente sostenibili (…)”.
Altre azioni del progetto hanno invece riguardato l’Abruzzo e i cittadini abruzzesi: un gemellaggio tra la scuola di Calascio - splendido borgo arroccato alle falde del Gran Sasso con una superba Rocca, location di molti film famosi - e quella del villaggio di Dulombi, in Guinea Bissau; un video girato sul progetto; infine, una mostra fotografica che merita un’annotazione. Tutte azioni volte a sensibilizzare i cittadini abruzzesi sui valori della solidarietà tra i popoli e dello sviluppo sostenibile, affinché si possano temperare gli effetti negativi della globalizzazione. Ma veniamo alla Mostra EcoGuiné. Allestita nell’ambito della 714^ Perdonanza Celestiniana, l’esposizione è stata ospitata negli androni della Presidenza della Provincia dell’Aquila, proprio nel cuore della città. Con 65 immagini fotografiche della Guinea Bissau la mostra ha cercato di raccontare la realtà di quel piccolo Paese africano e le azioni di appoggio allo sviluppo che l’AIN sta portando avanti con il progetto EcoGuiné.
L’inserimento della mostra nel programma ufficiale della Perdonanza è stato inoltre un riconoscimento dell’importanza del messaggio di solidarietà e di pace tra i popoli che EcoGuiné intende promuovere attraverso uno sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile. Migliaia i visitatori dell’esposizione, dal 26 agosto al 5 settembre scorso. All’inaugurazione della mostra un saluto davvero speciale l’ha portato Ela Gandhi, rettore dell’Università di Durban, già parlamentare sudafricana e nipote del Mahatma, quest’anno ospite d’onore alla Perdonanza. L’insigne Personalità sudafricana, accompagnata dalla Presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, ha rimarcato il valore della mostra e del progetto EcoGuiné come testimonianze di pace e collaborazione tra nord e sud del mondo, tra genti e culture diverse.
Il progetto EcoGuiné, si diceva, si concluderà a dicembre del prossimo anno. Per quella data saranno completati la formazione e l’equipaggiamento delle guide ecoturistiche, la realizzazione d’un censimento e d’una cartografia delle risorse naturalistiche, grazie al partenariato di Ong ed associazioni bissau-guineane. Diversificare ed integrare le attività economiche, promuovere l’organizzazione e l’associazionismo tra le comunità di base, sono i princìpi fondamentali per una forma di sviluppo sostenibile originale ed appropriata per quei villaggi.. La natura, in Guinea Bissau, è davvero generosa per varietà delle specie animali e vegetali, un vero eden faunistico e botanico. Il Parco Nazionale delle Foreste di Cantanhez e la Zona di Conservazione di Dulombi costituiscono un incomparabile patrimonio ambientale che va protetto, a beneficio non solo del Paese ma dell’umanità intera. E’ però un patrimonio che deve pure diventare un’occasione di sviluppo per le popolazioni locali, affinché ne beneficino in ogni modo, governato da personale locale consapevole e qualificato verso un auspicato turismo mondiale che ami e rispetti la natura. Questo, in fondo, lo scopo principale del progetto EcoGuiné, del quale nelle prossime settimane partirà la seconda fase. Se questo accadrà - e i presupposti ci sono tutti - per l’Abruzzo sarà missione compiuta, un altro buon risultato, un ulteriore tassello nelle politiche operose per la pace e per un nuovo umanesimo.
FONTE: WWW.TUTTOABRUZZO.IT
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