Il diario di don Ivo...lo spezzettiamo un po' per facilità di lettura...spedito il 20 settembre... un pezzo al giorno per sentire la Guinea Bissau un po' più vicina a noi
Diario di una missione 4: la luce di Bigene al buio
Dun di boka i KA TA PIRDI KU KAMIňU
(proverbio locale: chi è signore della sua bocca non perde il cammino)
(interpretazione: chi sa chiedere arriva alla mèta)
Cari amici, riprendo il mio diario cercando di spiegarvi meglio alcune cose che mi avete chiesto.
Iniziamo con il mio nome: perché Ivo? Mamma e papà mi hanno battezzato con il nome di Ivone: un nome poco usato. ho conosciuto una sola persona con questo nome. Don Ivone Ragazzo: anche lui sacerdote, salesiano, nativo di Borgoricco (Padova). E adesso? Adesso succede che, nella lingua portoghese, il nome Ivone esiste, ma è solo femminile! Ho già sentito, qui in Guinea-Bissau, parlare di una suora brasiliana: suor Ivone! Come dire: “Un nome, un destino!”. Capito bene questa cosa, che definirei imbarazzante, ho deciso con il mio Vescovo, Mons. Francesco Pio, di accorciare il mio nome e togliermi da ogni possibile confusione. Ivo! In G-B, e nei paesi di lingua portoghese, io sono don Ivo, e così mi firmo adesso. Voi non vi preoccupate: chiamatemi come preferite. Tante persone, negli anni passati, mi hanno chiamato con i nomi più strani: dal “santo” don Orione, al più “agricolo” don Limone! Per non parlare di come mi chiamava quella simpatica signora di S. Ciro (Foggia): don Divone! A sentirsi chiamare così, uno si sente importante, come un grande “divo” del cinema…
Seconda precisazione: la tristezza provocata dalla malaria. Io non sono triste, la tristezza è completamente passata, e non ha nulla a che fare con la depressione (vi sembro depresso?). La tristezza è conseguenza della malaria. superata la crisi iniziale, che produce febbre alta e altre “cosette”, il corpo rimane debilitato e stanco. c’è la necessità di un adeguato riposo fisico. Ti alzi dal letto e ti senti stanco, non riesci a muoverti con agilità, cammini lento. E questo accade per vari giorni. I dottori vi possono spiegare il perché: io vi dico solo che è una questione di globuli rossi nel sangue. Sembra che siano spariti, e non chiedetemi dove sono andati, perché non lo so! Risultato: sei venuto in Africa con tanto entusiasmo e una piccolissima zanzara, che non hai nemmeno fatto in tempo a vedere, ti ha steso a terra! E stai facendo una gran fatica a rialzarti, sapendo che qualche altra zanzara, sorella della prima, potrebbe ancora girare dalle tue parti… è una questione di stanchezza fisica, che trasforma la gioia umana e cristiana in stanchezza anche sentimentale, in tristezza. Ma quando passa la stanchezza fisica, passa anche la tristezza. Semplice, vero? Ora io mi sento più che bene, totalmente felice e pronto per quello che il Signore mi chiede. La tristezza vissuta è solo un ricordo del passato! Punto esclamativo e a capo!
Il “multimistura”: mi sono dimenticato di scrivere gli elementi costitutivi di questa farina particolarmente nutriente, e prodotta totalmente con elementi naturali che si trovano in G-B: foglie verdi di “mandioca” (un tubero coltivato come una patata), di “batata” (la patata dolce) e di “abóbora” (un tipo di zucca). E poi “caju” (è un frutto africano, che non ho mai visto in Italia), “cabaceira” (il frutto del baobab), “casca de ovo” (il guscio dell’uovo), “sementes” (varie sementi) e “farelo de arroz” (la crusca del riso). Il tutto viene essiccato e triturato fino ad avere una farina scura, che aggiunta ad acqua diventa un nutrimento ricco di vitamine A, B, C, D, E, minerali, ferro, calcio, proteine, potassio, calorie e fibre. Una vera benedizione per tantissimi bambini che soffrono di scarsa alimentazione, e per le mamme in attesa del parto.
Diario di una missione 4: la luce di Bigene al buio
Dun di boka i KA TA PIRDI KU KAMIňU
(proverbio locale: chi è signore della sua bocca non perde il cammino)
(interpretazione: chi sa chiedere arriva alla mèta)
Cari amici, riprendo il mio diario cercando di spiegarvi meglio alcune cose che mi avete chiesto.
Iniziamo con il mio nome: perché Ivo? Mamma e papà mi hanno battezzato con il nome di Ivone: un nome poco usato. ho conosciuto una sola persona con questo nome. Don Ivone Ragazzo: anche lui sacerdote, salesiano, nativo di Borgoricco (Padova). E adesso? Adesso succede che, nella lingua portoghese, il nome Ivone esiste, ma è solo femminile! Ho già sentito, qui in Guinea-Bissau, parlare di una suora brasiliana: suor Ivone! Come dire: “Un nome, un destino!”. Capito bene questa cosa, che definirei imbarazzante, ho deciso con il mio Vescovo, Mons. Francesco Pio, di accorciare il mio nome e togliermi da ogni possibile confusione. Ivo! In G-B, e nei paesi di lingua portoghese, io sono don Ivo, e così mi firmo adesso. Voi non vi preoccupate: chiamatemi come preferite. Tante persone, negli anni passati, mi hanno chiamato con i nomi più strani: dal “santo” don Orione, al più “agricolo” don Limone! Per non parlare di come mi chiamava quella simpatica signora di S. Ciro (Foggia): don Divone! A sentirsi chiamare così, uno si sente importante, come un grande “divo” del cinema…
Seconda precisazione: la tristezza provocata dalla malaria. Io non sono triste, la tristezza è completamente passata, e non ha nulla a che fare con la depressione (vi sembro depresso?). La tristezza è conseguenza della malaria. superata la crisi iniziale, che produce febbre alta e altre “cosette”, il corpo rimane debilitato e stanco. c’è la necessità di un adeguato riposo fisico. Ti alzi dal letto e ti senti stanco, non riesci a muoverti con agilità, cammini lento. E questo accade per vari giorni. I dottori vi possono spiegare il perché: io vi dico solo che è una questione di globuli rossi nel sangue. Sembra che siano spariti, e non chiedetemi dove sono andati, perché non lo so! Risultato: sei venuto in Africa con tanto entusiasmo e una piccolissima zanzara, che non hai nemmeno fatto in tempo a vedere, ti ha steso a terra! E stai facendo una gran fatica a rialzarti, sapendo che qualche altra zanzara, sorella della prima, potrebbe ancora girare dalle tue parti… è una questione di stanchezza fisica, che trasforma la gioia umana e cristiana in stanchezza anche sentimentale, in tristezza. Ma quando passa la stanchezza fisica, passa anche la tristezza. Semplice, vero? Ora io mi sento più che bene, totalmente felice e pronto per quello che il Signore mi chiede. La tristezza vissuta è solo un ricordo del passato! Punto esclamativo e a capo!
Il “multimistura”: mi sono dimenticato di scrivere gli elementi costitutivi di questa farina particolarmente nutriente, e prodotta totalmente con elementi naturali che si trovano in G-B: foglie verdi di “mandioca” (un tubero coltivato come una patata), di “batata” (la patata dolce) e di “abóbora” (un tipo di zucca). E poi “caju” (è un frutto africano, che non ho mai visto in Italia), “cabaceira” (il frutto del baobab), “casca de ovo” (il guscio dell’uovo), “sementes” (varie sementi) e “farelo de arroz” (la crusca del riso). Il tutto viene essiccato e triturato fino ad avere una farina scura, che aggiunta ad acqua diventa un nutrimento ricco di vitamine A, B, C, D, E, minerali, ferro, calcio, proteine, potassio, calorie e fibre. Una vera benedizione per tantissimi bambini che soffrono di scarsa alimentazione, e per le mamme in attesa del parto.
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