giovedì, settembre 25, 2008

Il diario di don Ivo...lo spezzettiamo un po' per facilità di lettura...spedito il 20 settembre... un pezzo al giorno per sentire la Guinea Bissau un po' più vicina a noi

Diario di una missione 4: la luce di Bigene al buio

Dun di boka i KA TA PIRDI KU KAMIňU
(proverbio locale: chi è signore della sua bocca non perde il cammino)
(interpretazione: chi sa chiedere arriva alla mèta)

Cari amici, riprendo il mio diario cercando di spiegarvi meglio alcune cose che mi avete chiesto.
Iniziamo con il mio nome: perché Ivo? Mamma e papà mi hanno battezzato con il nome di Ivone: un nome poco usato. ho conosciuto una sola persona con questo nome. Don Ivone Ragazzo: anche lui sacerdote, salesiano, nativo di Borgoricco (Padova). E adesso? Adesso succede che, nella lingua portoghese, il nome Ivone esiste, ma è solo femminile! Ho già sentito, qui in Guinea-Bissau, parlare di una suora brasiliana: suor Ivone! Come dire: “Un nome, un destino!”. Capito bene questa cosa, che definirei imbarazzante, ho deciso con il mio Vescovo, Mons. Francesco Pio, di accorciare il mio nome e togliermi da ogni possibile confusione. Ivo! In G-B, e nei paesi di lingua portoghese, io sono don Ivo, e così mi firmo adesso. Voi non vi preoccupate: chiamatemi come preferite. Tante persone, negli anni passati, mi hanno chiamato con i nomi più strani: dal “santo” don Orione, al più “agricolo” don Limone! Per non parlare di come mi chiamava quella simpatica signora di S. Ciro (Foggia): don Divone! A sentirsi chiamare così, uno si sente importante, come un grande “divo” del cinema…
Seconda precisazione: la tristezza provocata dalla malaria. Io non sono triste, la tristezza è completamente passata, e non ha nulla a che fare con la depressione (vi sembro depresso?). La tristezza è conseguenza della malaria. superata la crisi iniziale, che produce febbre alta e altre “cosette”, il corpo rimane debilitato e stanco. c’è la necessità di un adeguato riposo fisico. Ti alzi dal letto e ti senti stanco, non riesci a muoverti con agilità, cammini lento. E questo accade per vari giorni. I dottori vi possono spiegare il perché: io vi dico solo che è una questione di globuli rossi nel sangue. Sembra che siano spariti, e non chiedetemi dove sono andati, perché non lo so! Risultato: sei venuto in Africa con tanto entusiasmo e una piccolissima zanzara, che non hai nemmeno fatto in tempo a vedere, ti ha steso a terra! E stai facendo una gran fatica a rialzarti, sapendo che qualche altra zanzara, sorella della prima, potrebbe ancora girare dalle tue parti… è una questione di stanchezza fisica, che trasforma la gioia umana e cristiana in stanchezza anche sentimentale, in tristezza. Ma quando passa la stanchezza fisica, passa anche la tristezza. Semplice, vero? Ora io mi sento più che bene, totalmente felice e pronto per quello che il Signore mi chiede. La tristezza vissuta è solo un ricordo del passato! Punto esclamativo e a capo!
Il “multimistura”: mi sono dimenticato di scrivere gli elementi costitutivi di questa farina particolarmente nutriente, e prodotta totalmente con elementi naturali che si trovano in G-B: foglie verdi di “mandioca” (un tubero coltivato come una patata), di “batata” (la patata dolce) e di “abóbora” (un tipo di zucca). E poi “caju” (è un frutto africano, che non ho mai visto in Italia), “cabaceira” (il frutto del baobab), “casca de ovo” (il guscio dell’uovo), “sementes” (varie sementi) e “farelo de arroz” (la crusca del riso). Il tutto viene essiccato e triturato fino ad avere una farina scura, che aggiunta ad acqua diventa un nutrimento ricco di vitamine A, B, C, D, E, minerali, ferro, calcio, proteine, potassio, calorie e fibre. Una vera benedizione per tantissimi bambini che soffrono di scarsa alimentazione, e per le mamme in attesa del parto.