STORIA DI UN MISSIONARIO
in GUINEA BISSAU
** da un articolo apparso sul settimanale "famiglia cristiana"
LA PARTITA DOPPIA
DEL RAGIONIERE MID’NE
La storia di Vittorio Bicego, missionario laico in Guinea Bissau.
Ha aiutato i bambini a crescere, ha insegnato loro come coltivare la savana. Stroncato da una malattia tropicale, nel decennale della morte viene ricordato a Valdagno. Anche con un torrone.
Mi scrive Florindo Morsolin, da Valdagno. Ha letto l’Arrivederci del 4 novembre 2007 su Gabriele Rausse, il pioniere delle vigne in America, suo compagno di scuola. E mi segnala un altro compagno di scuola, pure lui un pioniere: Vittorio Bicego.
Per vent’anni missionario laico in Guinea Bissau, Vittorio ha trasformato la savana in azienda agricola, ha addestrato i giovani a coltivare ananas, manghi, cajou-anacardi per riscattarsi dalla fame. Poi è stato colpito dall’herpes malarico cerebrale che l’ha stroncato il 23 gennaio del ’98, a 56 anni. Nel decennale lo ricorderanno a Valdagno e nel Veneto. E qui desidero farlo anch’io, perché la memoria di uomini così può servire da traino a un mondo stanco e disilluso.
Il nostro lettore Florindo mi ha anche mandato una foto di quella classe formidabile,
La svolta di Vittorio avviene nell’estate del ’79, quando va in Guinea Bissau a trovare un cugino missionario, padre Ernesto Bicego. Si ferma due mesi, incontra bambini affamati, piagati, abbandonati nella polvere, senza uno straccio di scuola o una mano adulta a soccorrerli. Torna a Valdagno e ha già deciso che senso dare alla sua vita: sarà lui quella mano soccorritrice. A novembre dello stesso anno è di nuovo in Guinea Bissau. Comincia un’avventura di entusiasmo e fatica, di lavoro disumano e solitudine: «Ti chiedi cosa puoi fare tu povero bianco in mezzo a tanta miseria...», scrive all’amico Claudio Dal Lago.
Diventa muratore, falegname, pescatore, maestro di scuola, di sera anche infermiere in un posto dove l’unico medico è lo stregone della tribù. Su incarico del vescovo di Bissau, monsignor Settimio Ferrazzetta, veronese, costruisce cinque missioni, con l’aiuto di quei bambini raccolti dalla polvere divenuti con lui adulti. All’inizio, i nativi lo guardano con diffidenza e un po’ di paura, ma poi tutto cambia.
Scrive ancora a Claudio: «Mi hanno fatto figlio loro e mi hanno dato il nome di Mid’ne, significa "colui che soffre per gli altri". Forse queste cose a te suonano un po’ ridicole...». La corrispondenza di Vittorio viene ora pubblicata dall’Associazione Rete Guinea Bissau Onlus con il titolo Lettere dall’Africa. E
Dal 1985, Vittorio si dedica al progetto agricolo nella missione San Francesco della Foresta. Con l’aiuto di amici volontari e di un vecchio trattore, disbosca la giungla, dissoda la savana, insegna ai suoi ragazzi come si mettono in terra le piantine. Mette al lavoro anche i bambini piccoli, «bravissimi nella lotta contro gli uccelli e le scimmie». Il presidente della Guinea Bissau verrà in visita ufficiale e in Tv si vedrà Vittorio per la prima volta con la camicia bianca.
Ora c’è un’altra prima volta. Il Container n. 41, spedito a San Francesco della Foresta dagli amici veneti, è tornato pieno di anacardi, e con essi una nota azienda dolciaria di Cologna Veneta ha prodotto il mandorlato. Resta ancora in attivo la partita doppia del ragionier Mid’ne.
Franca Zambonini
1 Comments:
Ciao,
Pero io sono Braima Mané, uno dei bambini che avveva Vittório in San Francisco della Foresta, sono andato lá com apenna 5 anni, liu me ha posto nella scuola e era lui próprio mio professore, lui ha pagato la mia scuola fino alla 11ª.
Pero io lo considero mio padre próprio, perche lui a fato tanto cosa per me. E adesso io sono il Presidente della associazzione dei Giovani studenti di san Francisco della foresta. Adesso mi incontro in Brasil per studio fino alle 4 anni, anche cosi sono de san francisco fino alla mia vita.
mio contato: braimamane3@hotmail.com/ maldinimane@yahoo.com.br
mio telefono: 0055 8186439081
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