lunedì, gennaio 08, 2007

APPESO AD UN FILO

Scritto da Inacio Valentim
http://blog.comunidades.net/valentim
Tradotto da "Coordinatore"

"Il nuovo anno politico militare in Guinea Bissau non poteva cominciare nel peggior modo; tuttavia ciò non spaventa più di tanto nè i guineensi e tantomeno la comunità internazionale.
In Guinea Bissau è da molto infatti che si vive in un limbo fatto di pace e guerra, essendo che la pace si è avuta solo per convenienza. Il pestaggio del Dott. Silvestre Alves e la morte di Lamine Sanhà confermano semplicemente l'ovvio.
Il Paese "politico - militare" và in punta di piedi per evitare che l'arsenale della vendetta esploda di colpo ed in pieno giorno. Il problema per il momento è solo sapere quanto questa pace camuffata resisterà all'impeto dei regolamenti di conti e delle vendette, che soffia nell'aria.
Per la prima volta, grazie a "Nino", la Guinea Bissau stà vivendo, apertamente, un realismo politico tipicamente macchiavellico. L'aver comprato i voti di Fadul e Koumba Yalà viene confermato da quanto stà succedendo...una modalità di far politica il cui fine giustifica i mezzi. E' certo che la memoria dei guineensi è ancora fresca...talmente fresca al punto che tutti si ricordano di come questi due signori, nei loro rispettivi incarichi, vociferarono contro Nino ed il Ninismo, prima di cadere vergognosissimamente nel suo nepotismo. In ogni modo, in quanto la vita non è tutta rosa, anche tutti i giorni non sono da sogno per il "Nino". E' passato già del tempo da quando Fadul ha segnato la sua morte politica dopo aver appoggiato la candidatura di Nino al secondo turno delle presidenziali. Oggi, si può affermare che la sopravvivenza del realismo politico militare vigente nel paese deve necessariamente camminare verso sinistra. Come??? La risposta è semplice: Ricorrendo alla vera giustizia, riconciliandosi con il popolo, la parte più debole ed indifesa, ma la cui forza è 1000 volte superiore a quella di un Tagme Na Waie. Ora, come risaputo, non è mai passato per la testa del presidente Nino e dei suoi Ninisti di sottomettersi alla giustizia, ed è per questo che d'ora in poi, il sogno del presidente Nino non potrà continuare a dipendere dalla buona volontà del suo presidente ombra il Capo di Stato maggiore Tagme Na Waie, ma piuttosto dalla perseveranza del popolo. Sempre e a patto che quest'ultimo non continui a sprecare le opportunità per una rivolta democratica, perchè il passato recente è ancora fresco nella memoria di Nino, il quale sà molto bene che non furono i militari e detronizzarlo durante la guerra del 7 di giugno, ma piuttosto la volontà e la rivolta popolare! "