sabato, ottobre 13, 2007

AFRICA: 15 ANNI DI GUERRE COSTATI 300 MLD DI DOLLARI

Guerre civili e conflitti sono costati all'Africa "circa 300 miliardi di dollari in quindici anni: l'equivalente degli aiuti internazionali arrivati al Continente nello stesso periodo che va dal 1990 al 2005". E' quanto emerge da uno studio condotto da tre prestigiose organizzazioni non governative -'Oxfam International', 'International Action Network on Small Arms' e 'Safeworld'- e che va sotto il titolo di "I miliardi scomparsi in Africa". Si e' trattato del primo tentativo di quantificare gli effetti complessivi di conflitti sul prodotto interno lordo dell'Africa e quindi sulle mancate possibilita' di sviluppo.

La ricerca sottolinea che nel periodo esaminato 23 dei 53 Paesi di quel continente sono stati coinvolti in misura diversa in conflitti. "I costi sono sconvolgenti. Sebbene le nostre siano stime per difetto dimostrano che i conflitti costano alle economie afficane una media di 18 miliardi di dollari l'anno", ha spiegato il consigliere politico di Oxfam per l'Africa, Irungu Houghton, "Quei soldi avrebbero potuto risolvere emergenze sanitarie come l'Aids, la tubercolosi e la malaria; fornire acqua potabile, strutture sanitarie e scolastiche".

Entrando nello specifico, lo studio cita il conflitto del 1998-1999 in Guinea-Bissau e afferma che l'economia del piccolo Paese dell'Africa occidentale registro' una flessione del 10,15 per cento contro una previsione di crescita del 5,24 per cento se non vi fosse stata la guerra civile.

Il rapporto rivela anche che il fucile Kalashnikov e' l'arma piu' comune usata nei conflitti africani e che per il 95 per cento e' prodotto fuori da questo continente cui appartengono 23 dei Paesi piu' impoveriti al mondo. Nella presentazione del rapporto, Ellen Johnson Sirleaf, la presidente della Liberia, un Paese che e' stato devastato da quattordici anni di guerra fino al 2003, ha esortato l'Africa e la comunita' internazinale a lavorare con serieta' su un trattato per il controllo del commercio delle armi.
Fonte: AGI