domenica, aprile 04, 2010

DOPO I DISORDINI...IL RITORNO AL NARCOTRAFFICO in GUINEA BISSAU
Stralci da un articolo apparso su JORNALDIGITAL

(...) Le dichiarazioni del Presidente guineense e le garanzie del capo ell'esecutivo non convincono la comunità internazionale. Con il colpo di stato di questo giovedì la Guinea Bissau ha riaperto le porte al narcotraffico.(...)
Indipendentemente dall'insistenza del Presidente Sanha, la comunità internazionale non è convinta che la Guinea Bissau sia tornata ad uno stato di diritto.
Il Presidente, che contrariamente al Primo Ministro non è stato scomodato dai fedeli di Antonio Indjai durante il Golpe militare, si nasconde in un compromettente documento firmato il 5 Marzo, dove Indjai confessò la sua implicazione diretta in una operazione di traffico, verificatasi la notte del 28 Febbraio e il 1 Marzo nella pista di atterraggio di CUFAR, nel sud del paese in provincia di CATIO.
La mattina del 28 febbraio vari individui Bianchi e neri sono stati visti trasportare combustibile vicino alla pista di Cufar. Intorno alle 20,00 sono state accese torcie per delimitare un perimetro di sicurezza intorno alla pista. Verso mezzanotte è atterrato un aereo, di maggior portata che i precedenti utilizzati in operazioni simili, e nel giro di un ora è stato effettuato il trasferimento di droga tra i veicoli parcheggiati sulla pista e l'aereo.
All'01,00 l'aereo è ripartito.
Solo alle 09,00 del 1 Marzo il commissario di Polizia di Catio' si è deciso a effettuare un sopralluogo per tentare di capire cosa fosse accaduto.
Attraverso i servizi segreti militari, il Presidente, il Primo Ministro ed il Procuratore generale sono informati ei fatti, ma Malam Bacai Sanha opta per smentire tutto l'accaduto di CUFAR al fine di continuare a preservare la buona immagine della Guinea Bissau davanti ai partners internazionali.
In ogni caso il 3 marzo viene costituita una commissione sull'accaduto, che appura il coinvolgimento di alte cariche militari nell'accaduto, tra i quali proprio Antonio Indjai, che ha riconosciuto la sua responsabilità diretta nell'azione di narcotraffico di CUFAR.
Dopo la deposizione di questo, di etnia Balanta, come Bubo Na Tchuto, si è verificata una grande agitazione in seno alle forze armate che indicavano l'eventualità di una rivolta dei Balanta in seno all'esercito. Una situazione che il Capo di STato Maggiore Zamora Induta ha tentato di controllare, tentando di ridurre e scoraggiare la partecipazione delle gerarchie militari nel narcotraffico.
Ma il 7 Marzo, Antonio Indjai, indipendentemente dal fatto di "essere sotto stretta sorveglianza", si è recato presso il distaccamento di Sao Domingos. La preparazione el Golpe militare ea in corso e il circolo di persone vicine al presidente della Repubblica ne era al corrente.
I legami dell'entourage presidenziale con il narcotraffico non sono nuovi. Per esempio il suo capo di Gabinetto difese intribunale vari narcotrafficanti sudamericani arrestati in passato in Bissau.
"Questi fatti hanno un legame diretto con la droga", afferma l'investigatore Vincent Foucher nelle pagine del quotidiano FIGARO', una volta che Primo MInistro e ex Capo di Stato Maggiore hanno tenuto Indjai sulla linea di tiro dei traffici di Coca.
Non è stato notato da molti corrispondenti europei in Bissau, ma la popolazione della città è rimasta sorpresa quando Venerdì, nelle strade della capitale, piccoli e grandi trafficanti, nascosti nell'ombra e con discrezione assoluta, manifestarono euforia nelle loro vetture, commemorando il ritorno a uno "stato" delle cose a loro conveniente. La Guinea Bissau paradiso del Narcotraffico.

Scritto da Rodrigo Nunes

FONTE: www.jornaldigital.com del 03\04\2010