VIOLENTATA A SCUOLA!
(Fonte IRIN)
I difensori dei diritti dei minori sono davanti ad un dilemma: Come incoraggiare la scolarizzazione delle ragazze ed allo stesso tempo ridurre le violenze sessuali all'interno degli istituti scolastici?
La Violenza sessuale a scuola è molto più diffusa di quanto si creda, sopratutto nell'AFRICA OCCIDENTALE, ha dichiarato un consigliere UNICEF.
Gli abusi più gravi avvengono sopratutto nelle scuole superiori, dove le giovani donne sono spesso vittime di abusi sessuali che le espongono, inoltre, al rischio di malattie sessualmente trasmittibili. Inoltre, le scuole dell'Africa Occidentale sono ancora, in parte, spazi di intolleranza e di violenza, in cui gli stessi insegnanti non disdegnano di applicare punizioni corporali (in Guinea Bissau è ancora in "voga" la cosidetta "PALMATORIA" e cioè una paletta di Legno con la quale si percuotono fortemente i palmi delle mani).
Sembrerebbe inoltre vi sia un legame diretto tra le punizioni corporali e gli abusi sessuali: Più un insegnante è autoritario, più punirà i suoi allievi e più commetterà abusi sessuali sulle ragazze.
I casi di Violenze si sono anche riscontrati nelle scuole coraniche, divenuti luoghi sempre più pericolosi per le giovani ragazze.
L'UNICEF è sorpresa dai dati riguardo queste violenze.
Per esempio, in Ghana, da uno studio del 2003, risulta che il 24% degli studenti ha, in modi diversi, partecipato ad atti di violenza, e che il 14% delle studentesse ne è stata vittima.
E malgrado proprio il Ghana abbia leggi che tutelano i giovani in età scolare, gli abusi continuano regolarmente, con la complicità delle autorità, al fine di "punire" quelle ragazze considerate troppo indipendenti e libere.
Da altri studi sull'argomento risulta poi che la violenza in età scolare incoraggia la disparità tra i sessi e gli stereotipi...per esempio, gli insegnanti che abusano sessualmente delle allieve si giustificano affermando che vestiti ed atteggiamenti delle vittime sono provocanti e che essi hanno bisogno di dar sfogo ai loro bisogni sessuali nel caso insegnino lontano dalla loro famiglia e città. Sembra poi che, sempre in Ghana, il 6 % delle studentesse sia stata minacciata di vedersi abbassare i voti in caso di rifiuto di "abbassarsi le mutande" (anche in Guinea Bissau, questi episodi, pur non essendo oggetto di studi o ricerche, sono conosciuti da tutti ed avvengono, purtroppo, con frequenza).
Altro problema è la fattibilità nell'applicare quelle leggi che tutelano i minori, in quanto i provvedimenti disciplinari contro gli insegnanti vanno incontro a non poche resistenze da parte della comunità, per la quale l'insegnante è una figura d'autorità incontestabile.
Dai paesi anglofoni, al Mali e Senegal, si cerca di adottare delle leggi preventive, dei codici di condotta per il personale scolastico; delle campagne informative per alunni e famiglie...
Ma la strada da percorrere per non dover più parlare di quest'argomento è ancora lunga e tortuosa.
I difensori dei diritti dei minori sono davanti ad un dilemma: Come incoraggiare la scolarizzazione delle ragazze ed allo stesso tempo ridurre le violenze sessuali all'interno degli istituti scolastici?
La Violenza sessuale a scuola è molto più diffusa di quanto si creda, sopratutto nell'AFRICA OCCIDENTALE, ha dichiarato un consigliere UNICEF.
Gli abusi più gravi avvengono sopratutto nelle scuole superiori, dove le giovani donne sono spesso vittime di abusi sessuali che le espongono, inoltre, al rischio di malattie sessualmente trasmittibili. Inoltre, le scuole dell'Africa Occidentale sono ancora, in parte, spazi di intolleranza e di violenza, in cui gli stessi insegnanti non disdegnano di applicare punizioni corporali (in Guinea Bissau è ancora in "voga" la cosidetta "PALMATORIA" e cioè una paletta di Legno con la quale si percuotono fortemente i palmi delle mani).
Sembrerebbe inoltre vi sia un legame diretto tra le punizioni corporali e gli abusi sessuali: Più un insegnante è autoritario, più punirà i suoi allievi e più commetterà abusi sessuali sulle ragazze.
I casi di Violenze si sono anche riscontrati nelle scuole coraniche, divenuti luoghi sempre più pericolosi per le giovani ragazze.
L'UNICEF è sorpresa dai dati riguardo queste violenze.
Per esempio, in Ghana, da uno studio del 2003, risulta che il 24% degli studenti ha, in modi diversi, partecipato ad atti di violenza, e che il 14% delle studentesse ne è stata vittima.
E malgrado proprio il Ghana abbia leggi che tutelano i giovani in età scolare, gli abusi continuano regolarmente, con la complicità delle autorità, al fine di "punire" quelle ragazze considerate troppo indipendenti e libere.
Da altri studi sull'argomento risulta poi che la violenza in età scolare incoraggia la disparità tra i sessi e gli stereotipi...per esempio, gli insegnanti che abusano sessualmente delle allieve si giustificano affermando che vestiti ed atteggiamenti delle vittime sono provocanti e che essi hanno bisogno di dar sfogo ai loro bisogni sessuali nel caso insegnino lontano dalla loro famiglia e città. Sembra poi che, sempre in Ghana, il 6 % delle studentesse sia stata minacciata di vedersi abbassare i voti in caso di rifiuto di "abbassarsi le mutande" (anche in Guinea Bissau, questi episodi, pur non essendo oggetto di studi o ricerche, sono conosciuti da tutti ed avvengono, purtroppo, con frequenza).
Altro problema è la fattibilità nell'applicare quelle leggi che tutelano i minori, in quanto i provvedimenti disciplinari contro gli insegnanti vanno incontro a non poche resistenze da parte della comunità, per la quale l'insegnante è una figura d'autorità incontestabile.
Dai paesi anglofoni, al Mali e Senegal, si cerca di adottare delle leggi preventive, dei codici di condotta per il personale scolastico; delle campagne informative per alunni e famiglie...
Ma la strada da percorrere per non dover più parlare di quest'argomento è ancora lunga e tortuosa.
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