giovedì, febbraio 04, 2010

UNIONE AFRICANA: NUOVA BANDIERA, NUOVO PRESIDENTE, VECCHI PROBLEMI


GreenReport - Dopo l'anno della presidenza libica, che ha brillato per demagogia ma che è passata da una sconfitta all'altra, a cominciare dall'insuccesso delle richieste africane alla Conferenza Unfccc di Copenhagen, Mutharika si trova a dover affrontare le vecchie priorità rimaste sul tappeto: sicurezza alimentare, sviluppo delle infrastrutture, energia e, naturalmente, conflitti ed ambiente.Mutharika ha chiuso ieri nella capitale etiope il summit dell'Ua dedicato a "Tecnologie dell'informazione e della telecomunicazione: sfide e prospettive per lo sviluppo" e il presidente Malawiano ha detto: «Dobbiamo mettere in campo per primo un programma robusto sulla sicurezza alimentare al fine di migliorare la fame nei 5 prossimi anni. Spero che nessun bambino in Africa morirà di fame e malnutrizione. Dobbiamo anche sviluppare le nostre infrastrutture di trasporto e comunicazione per collegare tutte le regioni africane, in quanto base dell'integrazione continentale. Ciò che è più importante è che dobbiamo prendere delle misure urgenti per sviluppare la nostra capacità di produzione di energia, per rendere l'elettricità più accessibile e disponibile per le industrie e il popolo».

Domenica scorsa il summit dell'Ua si era aperto con la presentazione da parte di Gheddafi della nuova bandiera dell'Unione Africana: l'Africa disegnata su uno sfondo verde, circondata da 53 stelle, su un sole stilizzato. Il verde simbolizza la speranza, le stelle gli Stati dell'Ua. Ma di speranza e di stelle ne sono brillate poche ad Addis Abeba: Mutharika ha ricordato che «La povertà, la fame e la malnutrizione di numerose popolazioni costituiscono delle sfide con le quali ci stiamo confrontando e la realizzazione della sicurezza alimentare a livello africano dovrà essere in grado di affrontare questo problema. L'Africa è dotata di vaste terre fertili, climi favorevoli, vasti bacini e fiumi perenni che potrebbero essere utilizzati a vantaggio dell'irrigazione agricola e condurre alla Rivoluzione Verde ed attenuare gli effetti nefasti del cambiamento climatico. Noi potremmo così coltivare alimenti per nutrire tutti in Africa».

Il presidente del Malawi ha chiesto di impegnarsi in un programma su scala continentale per la sicurezza alimentare «Che dovrà includere un'immensa irrigazione per assicurare la produzione sufficiente di alimenti a dei prezzi accessibili, soprattutto per i poveri rurali». Per questo il nuovo presidente di turno dell'Ua chiede «L'iniezione di adeguate risorse finanziarie nella scienza e nella tecnologia, nella formazione umana e nell'essenziale produzione di fertilizzanti, di sementi migliorate, di erbicidi e pesticidi. Però la situazione attuale è che noi produciamo ed esportiamo il cibo verso il resto del mondo, mentre l'Africa muore di fame».

Per questo Mutharika chiede più investimenti per la realizzazione di riserve di alimenti, strade, ferrovie, vie aeree, trasporti e reti di comunicazione inter-statali «che permettano un trasferimento più efficace e meno costoso dei surplus degli alimenti verso le regioni in déficit. Sono convinto che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Ict) possano giocare un ruolo maggiore nello sviluppo dell'agricoltura e della sicurezza alimentare nel continente africano. Le Ict potrebbero permettere agli agricoltori di avere accesso ad informazioni importanti sui prodotti, le tecnologie avanzate, i risultati della ricerca così come sul mercato agricolo». Impegni che si scontrano con la realtà di un continente dove guerre, guerriglie e conflitti tribali e religiosi mettono a rischio le stesse condizioni di sopravvivenza.

Il presidente della Commissione dell'Ua, Jean Ping, ha ricordato la preoccupante situazione africana: la fragilissima "pace" nella Somalia divisa tra milizie integraliste e Stati autodichiaratisi indipendenti come il Somaliland ed il Puntland: «La cosa peggiore per la Somalia è il ritorno ad una situazione di assenza dello Stato e di scontri fratricidi incessanti. Una Somalia la cui posizione geostrategica privilegiata accentua le vulnerabilità e che potrebbe essere stabilmente trasformata in un punto di appoggio del terrorismo internazionale, della pirateria marittima e di altre minacce globali, sarebbe anche un bubbone infetto nel Corno d'Africa e una zona senza legge, generatrice di instabilità ed insicurezza su vasta scala».

Ping si è detto preoccupato anche per le difficoltà che ci sono per l'attuazione dell'Accordo di Maputo e dell'atto aggiuntivo di Addis Abeba, i due accordi che puntano a mettere fine alla crisi politica e sociale in Madagascar dopo il colpo di Stato ed ha chiesto alle due fazioni malgasce di trovare finalmente un accordo entro due settimane.

Per quanto riguarda la ingarbugliata situazione della Guinea, Ping si è complimentato per le conclusioni alle quali è arrivata la mediazione del presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, e per la dichiarazione congiunta di Ouagadougou del capo della giunta golpista Moussa Dadis Camara e il generale Sékouba Konaté, però la situazione in Guinea resta «fragile e volatile» e l'Ua spera nel ritorno all'ordine costituzionale nel Paese nel tempo più breve possibile.

Ping ha evidenziato altre situazioni instabili ma incoraggianti: il Burundi post-genocidio, la nuova "calma" nella Repubblica Centrafricana, il ritorno di una parvenza di legalità nella Guinea Bissau, i nuovi rapporti di collaborazione tra la Repubblica democratica del Congo ed i suoi vicini...

Il 2010 è stato dichiarato dall'Ua "Anno della pace e della sicurezza in Africa" durante la sessione speciale sull'esame e la regolazione dei conflitti in Africa che si è tenuta a Tripoli, in Libia, nell'agosto 2009 e ad Addis Abeba Ping lo ha aperto promettendo che la Commissione Ua «Non risparmierà nessuno sforzo perché quest'anno segni una pi etra miliare per permettere la realizzazione di un clima socio-politico propizio ad un radicamento durevole della pace e della sicurezza in Africa».

ARTICOLO TRATTO DA: WWW.GREENREPORT.IT