martedì, febbraio 12, 2008

PESCA: UNA PREZIOSA RISORSA PER LA GUINEA BISSAU E L'AFRICA INTERA

Tesi della Dott. ZANINI VALENTINA

PARTE 3

4.1.3 Il mercato dei prodotti ittici

Per quanto riguarda l’importanza del mercato dei prodotti della pesca nelle economie nazionali, l’analisi di importazioni e esportazioni mostra ancora una volta la grande disparità tra i paesi africani

Come già in precedenza affermato, dunque, i paesi africani non hanno notevole importanza nel quadro internazionale del commercio di prodotti ittici. Ma questo non significa che l’importanza non possa aumentare in futuro. Le esportazioni, infatti, sono cresciute negli ultimi anni in molti paesi e in alcuni di questi iniziano ad avere un ruolo importante nell’economia nazionale.

La situazione tra i paesi anche in questo caso risulta molto diversa e, in generale, si può cercare di classificarli secondo diversi profili. In particolar modo ne emergono tre:

- commercio con l’estero dinamico e in attivo: paesi che aumentano in continuazione le loro esportazioni riguardo a uno o diversi segmenti di mercato,

- commercio con l’estero dinamico ma con un limitato deficit: visto che la domanda è alta, il prodotto nazionale è insufficiente,

- commercio con l’estero scarsamente sviluppato: paesi che producono solo per il sostegno locale e la cui bilancia commerciale si avvicina allo zero.

Il primo caso è quello di paesi come Senegal, Mauritania, Gabon, Tanzania, Uganda, Namibia e Kenya. Dato l’alto valore aggiunto ottenuto attraverso l’esportazione di prodotti ittici, il commercio con l’estero nel settore della pesca attrae una grande quantità di capitali stranieri nell’economia di questi paesi.

Tra i paesi dell’Africa Occidentale spicca sicuramente il Senegal, che, con guadagni di circa 270 milioni di dollari provenienti dalle esportazioni di pesce, come media del periodo 2001-2003, è in prima posizione, anche perché quello del secondo maggior paese esportatore dell’area occidentale, la Costa d’Avorio, è meno della metà di quello del Senegal. Quest’ultimo, infatti, non solo è avvantaggiato per la disponibilità di attori all’interno della catena capaci di esportare grandi quantità di pesce, ma può anche godere di un alto valore di mercato del pesce che esporta, come nel caso dei cefalopodi (soprattutto polipi sul mercato cinese).

Anche la Mauritania ha un vantaggio legato all’alto valore di mercato dei prodotti che esporta; il polipo contribuisce per il 56 % del valore totale del pesce esportato nel 2001. La posizione del paese in questo segmento del mercato può probabilmente essere migliorata grazie al fatto che la maggior parte del prodotto oggi viene venduto grezzo o poco lavorato; quindi un aumento del volume dei prodotti lavorati destinati ad essere esportati potrebbe migliorare molto il valore del mercato e, per estensione, il valore aggiunto totale del settore.

Nel caso del Gabon, l’esportazione di molluschi rappresenta il 78% delle esportazioni totali del 2001, che è destinato prevalentemente all’Europa. L’Asia non importa molluschi, nonostante sia il secondo maggiore importatore dei prodotti della pesca del Gabon. Sicuramente però, la bilancia commerciale di questo paese non è abbastanza in attivo, dato il grande peso delle importazioni, infatti nel 2002 il valore delle importazioni era il 50% di quello delle esportazioni.

Per quanto riguarda i paesi dell’area Centrale e Orientale, invece, come Tanzania, Uganda e Kenya, la situazione è diversa. Questi sono paesi in cui il settore ittico ha particolare rilevanza, infatti sono tra i maggiori produttori non solo del continente africano ma anche a livello globale. Ed è per questo motivo che rientrano tra i primi posti nella graduatoria dei paesi esportatori dei prodotti ittici. Come verrà maggiormente sottolineato in seguito in questi paesi il ruolo degli investimenti provenienti dall’estero che si sono concentrati nel settore ittico ha avuto una grande importanza e li ha portati ad essere in posizioni così rilevanti nella graduatoria continentale. Il paese africano che in assoluto risulta essere il principale esportatore è indubbiamente la Namibia, con una media di esportazioni nel periodo 2001- 2003 che supera le 390 mila tonnellate.

Nel secondo raggruppamento rientrano invece paesi come Ghana e Costa d’Avorio, che hanno un volume di esportazioni relativamente alto, ma che è sommerso dall’alto valore delle importazioni. Sarebbe importante nell’interesse di questi paesi, dunque, vendere i loro prodotti all’estero piuttosto che nel territori nazionale. La quantità delle esportazioni, infatti, risulta essere ad un livello solo relativamente inferiore a quello di Senegal e Tanzania, per esempio, ma il livello delle importazioni è molto elevato, tanto da renderli tra i principali paesi importatori di prodotti ittici del continente.

Il terzo gruppo invece comprende paesi come Benin, Capo Verde, Burkina Faso, Mali, Guinea Bissau, Gambia, Sao Tomè e Principe e Zambia, in cui il commercio con l’estero è scarsamente sviluppato: i flussi di beni, di importazioni e esportazioni, non superano le poche migliaia di dollari all’anno. Bisogna considerare, comunque, che alcuni paesi, come Zambia, Burkina Faso e Mali non hanno accesso al mare, perciò devono importare prodotti per coprire la domanda interna. In generale comunque la bilancia commerciale di questi paesi risulta negativa.

Da sottolineare è anche una questione che è sempre emersa negli studi che riguardano l’importanza del settore della pesca nell’economia nazionale, cioè quella relativa al fatto che i flussi commerciali intra-regionali dei prodotti della pesca sono spesso sottostimati a causa della mancanza di dati relativi alle vendite ai confini tra i paesi. Nei casi di Gabon, Ghana e Mali, il valore delle esportazioni potrebbe essere più alto se i dati comprendessero anche le vendite ai confini.

4.1.4 Il settore ittico e l’occupazione

Il contributo della pesca è poi sicuramente importante per quanto riguarda l’occupazione, ma purtroppo anche in questo caso non vi sono dati precisi disponibili al riguardo.

L’analisi necessita di conteggiare tutti i soggetti che sono coinvolti nelle attività di tale settore. Riguardo ai pescatori, sono state individuate due categorie: da una parte coloro i cui guadagni provengono per più del 50% da attività di pesca, chiamati “pescatori professionali”, e dall’altra si trovano quelli “occasionali”. Venditori e addetti alla lavorazione vengono considerati come parte dell’impiego diretto, invece, per quanto riguarda l’impiego indiretto questo comprende anche i collegamenti alla costruzione e al mantenimento delle barche da pesca, quindi carpentieri, meccanici.. e alla costruzione di strumenti utili alla pesca, come reti e ami; infine anche a tutto ciò che serve per la lavorazione del pesce (salatura, affumicatura,..).

I dati al riguardo sono molto difficili da ottenere, e soprattutto non sono assolutamente dettagliati. Una delle maggiori difficoltà che si deve affrontare è la mancanza di definizioni chiare. Come si classifica, per esempio, un trasportatore che carica pesci, cereali, bestiame e magari anche persone, tutti insieme?

È necessario, inoltre, distinguere tra i paesi in cui la pesca è praticata come attività di sussistenza da tutta la famiglia e quelli che, invece, impiegano semplicemente addetti all’interno del settore. Nel primo caso, tutti i membri della famiglia saranno considerati nel calcolo.

Ma non solo: bisogna individuare quei paesi in cui gli addetti al settore ittico sono poche migliaia ma su una popolazione totale relativamente bassa, e quelli in cui gli occupati sono notevolmente maggiori ma anche la popolazione totale è decisamente elevata.

Infatti, se si considerano i circa 60000 occupati nel settore ittico di Capo Verde e Congo, bisogna tenere a mente che c’è una netta differenza tra i pesi che questi hanno nei singoli paesi: gli abitanti di Capo Verde sono circa 500 mila, quelli del Congo 4 milioni. I paesi con le quantità più alte risultano, ancora una volta, Tanzania, Uganda e Ghana, ma bisogna considerare che sono anche paesi molto popolosi: contano rispettivamente circa 32, 25 e 20 milioni di abitanti.

4.2. L’importanza degli investimenti

Dopo aver menzionato l’importanza del settore della pesca nelle economie nazionali dei paesi dell’Africa Occidentale e Centrale, è necessario sottolineare un aspetto molto importante che collega gli obiettivi di tutte le attività di pesca: il volume degli investimenti attuati nel settore.

Tutti gli investimenti sono valutati a due livelli: il primo riguarda i materiali utilizzati direttamente nelle attività di pesca, il secondo le infrastrutture presenti a terra. Per quanto riguarda il primo caso viene solitamente fatta una distinzione tra le barche e le navi utilizzate, tra quelle motorizzate e quelle no, quelle artigianali e quelle industriali. Per il secondo caso vengono considerate le strutture utilizzate per supportare l’attività di pesca (come le camere frigo) e che sono utilizzate per la lavorazione dei prodotti (per esempio salatura, affumicatura..).

Purtroppo però nella grande maggioranza dei casi non si hanno dati attendibili al riguardo nei paesi africani. Sarebbe sicuramente molto utile poter confrontare quanti siano già stati attuati e quanti sono in progetto di esserlo, per capire le prospettive future del settore ittico.

Si ritiene, infatti, che gli investimenti abbiano un ruolo determinante per lo sviluppo del settore: senza questi la situazione non può migliorare.

Sarebbe dunque necessario focalizzare l’attenzione sul settore ittico, sull’intera catena dei beni, effettuare maggiori studi potrebbe portare a conclusioni che garantirebbero maggior fiducia ai soggetti che intendono investire nel settore.

Sono stati infatti gli investimenti esteri a rendere alcuni paesi africani importanti nel settore ittico. Risulta molto difficile quantificarli, i dati al riguardo sono pochi e si ritiene poco veritieri. Ma si può affermare con sicurezza che è proprio grazie a questi che paesi come Tanzania, Uganda e Kenya sono riusciti a guadagnarsi un posto rilevante nell’economia globale. E, come meglio sarà meglio specificato in seguito, oggi il loro problema non è tanto relativo allo sviluppo del settore ittico, ma, al contrario, alla disponibilità di risorse ittiche, che si ritiene siano state sovra sfruttate.

4.3 L’importanza della pesca nelle politiche di governo dei paesi africani

Come già annunciato precedentemente, il settore ittico ha notevoli potenzialità nelle economie nazionali dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana, ma purtroppo fino ad ora non è stato adeguatamente considerato ed è per questo motivo che ha sempre avuto scarsa rilevanza nelle politiche dei governi africani, tranne nelle eccezioni che sono state precedentemente analizzate per quei paesi che, grazie ad esso, hanno aumentato la loro importanza a livello globale. Proprio alla scarsa considerazione vanno ricondotte le limitate politiche governative rivolte allo sfruttamento di questo settore per ridurre la povertà da una parte e per sviluppare l’economia dall’altra.

Ma bisognerebbe tenere a mente che è uno strumento che può essere utilizzato per alleviare la povertà: in particolar modo il settore della pesca artigianale, crea occupazione; questo permette ai più poveri di guadagnare uno stipendio che può essere regolare o occasionale, ma che sicuramente da la possibilità a chi lo percepisce di utilizzarlo per sfamarsi. Inoltre ha un notevole impatto sulla salute pubblica: i prodotti della pesca sono un’importante fonte di nutrimento, per la presenza al loro interno di proteine, vitamine e minerali; può quindi diventare una risorsa fondamentale per i paesi che hanno uno sbocco sul mare e che la cui popolazione ha notevoli difficoltà di sostentamento.

Ancora, come verrà meglio sottolineato in seguito, il settore ittico occupa molto spesso le donne all’interno della filiera, soprattutto per quanto riguarda la prima commercializzazione, per cui offre notevoli possibilità all’integrazione delle donne nelle attività economiche dei paesi, sia per quanto riguarda il mercato, sia la lavorazione, sia il consumo.

Infine, in un epoca in cui è diventato importante porre l’attenzione sul controllo sostenibile delle risorse naturali, dove è quindi necessario che le catture siano controllate, soprattutto nei paesi in cui il settore ha una particolare rilevanza, dare maggiore attenzione al settore ittico, allo studio di tale settore, è fondamentale per evitare che l’eccessivo sfruttamento porti all’estinzione di alcune specie. Il problema della sostenibilità delle risorse, infatti, riguarda i paesi in cui il settore è maggiormente sviluppato, ma anche in tutti gli altri, e deve essere studiato in maniera tale che sia garantita una crescita con strumenti e metodi adeguati, che non permettano uno sfruttamento eccessivo delle risorse.

In conclusione, dunque, il settore ittico raccoglie al suo interno notevoli opportunità per lo sviluppo dell’Africa. Esso è maggiormente sviluppato in alcuni paesi e molto meno in altri, ma ha delle notevoli potenzialità ovunque.

In paesi come quelli dell’Africa Centrale e Orientale, in cui l’importanza del settore è gia relativamente alta a livello globale, infatti, la sua crescita può portare a migliori posizioni nelle graduatorie globali di paesi produttori ed esportatori di prodotti ittici. E inoltre, non bisogna dimenticare che i paesi africani risultano presenti all’interno della filiera ittica soltanto come produttori, per cui lo sviluppo del settore può orientarsi a garantire una migliore posizione di questi paesi all’interno della filiera. In particolare, si può rivolgere l’attenzione al settore della trasformazione, anche perché, come sappiamo, è proprio quello che garantisce maggiori profitti.

Nei paesi in cui esso, invece, non si è ancora sviluppato, ma, al contrario, è volto solo a garantire la sussistenza della popolazione, rivolgere maggiore attenzione all’intera catena dei prodotti ittici non potrà che essere di giovamento alle economie nazionali di tale paesi. Al loro interno, infatti, la pesca è ancora praticata nella grande maggioranza dei casi con metodi tradizionali e poco avanzati tecnologicamente. Ogni miglioramento non potrà che essere utile allo sviluppo del settore: si potrebbe rivolgere prima l’attenzione alla creazione di metodologie migliori per effettuare le catture e successivamente anche a creare le condizioni necessarie perché si sviluppino imprese per la trasformazione dei prodotti ittici. In Senegal, per esempio, che è uno dei principali paesi africani esportatori, raffinare le tecniche di pesca può essere un metodo per garantire maggior sviluppo, infatti la maggior parte di queste vengono effettuate con metodi tradizionali, perché l’80% della pesca è artigianale.

È quindi necessario che le politiche dei governi si concentrino maggiormente su questo settore, su tutta la catena dei prodotti ittici, perché senza dei miglioramenti al riguardo l’Africa non potrà mai aumentare la sua importanza nel quadro internazionale.