domenica, luglio 05, 2009

L’UOMO COL BERRETTO CHE DA’ IL GIRO A SITUAZIONI IMPOSSIBILI

Kumba Yala e’ una delle figure piu complesse della politica Guineense, un misto tra un ribelle e leader tribale Balanta, con un percorso ideologico inusuale, per lo meno secondo una logica di approccio europea.
I risultati delle elezioni presidenziali di Domenica, presentate questa settimana, dicono che Kumba e’ giunto al ballottaggio. Le sue possibilita’ di vittoria sembrano scarse, ma di fatto Kumba e’ sempre stato sottovalutato.
Il suo lato folcloristico, il suo berretto rosso, per esempio, favorisce una analisi superficiale. Ma dall’altro lato, il tribalismo imperversa. Molto di cio’ che dice e’ strano ed il suo passato include numerose “deviazioni” rispetto le norme diplomatiche. Ma questo sara’ un Kumba visto da fuori. Quello che conta sono gli elettori Guineensi: e questi gia’ ebbero molta fiducia in lui, al punto da eleggerlo Presidente nel 2000.
Il ripetersi di quella vittoria non sara’ facile.
40.000 voti lo separano da Malan Bacai Sanha.
Il ballottaggio decorrera’ in un clima crespo, ansioso, e Kumba ha alimentato questa ansia con affermazioni mica da ridere.
La Societa’ Guineense e’ traumatizzata dalla violenza politica, dalla corruzzione e dal narcotraffico, che fanno camminare il paese nella direzione di uno stato fallato. I militari esercitano un potere parallelo, che i civili non riescono a controllare. La democrazia e’ precaria.
Kumba Yala conosce bene questa precarieta’.
Nato nel 1953 a Bula, nel cuore balanta del paese, il politico e’ figlio di contadini, ma e’ riuscito a studiare teologia e filosofia in Portogallo. Passo’ per l’universita’ cattolica e anche per la squadra di football Louletana, dove avrebbe giocato, non si sa bene se da estremo sinistro o centro avanti.
Secondo la biografia ufficiale, Kumba e’ appartenuto presto al movimento per la liberazione ed al PAIGC. Fino al 1990 non si conosce bene il suo percorso ma si sa che e’ stato espulso dal partito. Alcuni dirigenti del PAIGC lo accusarono di aver partecipato al golpe nel 1986, nel quale morirono Paolo Correia e Viriato pa. Questo episodio (l’eliminazione dei dirigenti balanta che Nino Vieira vedeva come una minaccia) fu uno dei fattori che diede origine alla guerra civile del 1998.
Negli anni 90 Yala’ fu uno dei pochi politici che si preparavano a sfidareil potere assoluto dell’allora presidente Nino Vieira. Fu’ sconfitto nelle prime elezioni (che Nino vinse facilmente), e quando vi furono i primi sussulti da parte della giunta militare, Kumba resto’ fuori dalla “perturbazione” e sembrava aver terminato la sua carriera.
Ma non fu cosi’.
Piu’ tardi, quando fu’ al potere, tra il 2000 ed il 2003, fortemente condizionato dai militari, Kumba confermo’ molto di quello che oggi si scrive su di lui: la sua presidenza fu un errore continuo, contraddistinta dalla corruzione, dal favoritismo verso i balanta e dalla generale debolezza e fragilita’ del potere civile.
Il suo mandato non si concluse, in quanto marcato dalla morte del brigatiere Ansumane Mane, che guidava il movimento della giunta militare che sbatte’ in esilio Nino Vieira. Sicuramente da qui i Mandinga non perdonarono mai quel sangue versato.
Nel 2003, in un contesto di fracasso economico del paese e di incapacita’ di pagare i salari alla truppa, il presidente Kumba fu’ sbattuto fuori dai militari. Umiliato, l’uomo grande e’ uscito dalla porta piccola.
Solo che in Guinea la gente fa’ molti giri...Kumba ritorna per le lezioni del 2005, ma ottiene un brutto risultato, visto che quelle elezioni le vinse un altro “rientrato in patria” e cioe’ Nino, che batte’ Malam Bacai Sanha nelle votazioni finali. Dopo essere stato eletto, anche Nino si e’ confrontato con i colletti delle forze armate, tentando di regnare su di loro, ed infatti si e’ trovato morto ammazzato nel marzo di quest’anno.
E la storia si ripete: Data delle elezioni, Kumba che ritorna dall’esilio, trasformato dalla sua conversione all’Islam, religione che studio’ durante 2 anni di permanenza in Marocco. L’antico presidente ha cambiato anche nome: Mohamed Iala’ Embalo’.
Il carisma del candidato e’ innegabile, come e’ evidente la sua capacita’ di attrarre le moltitudini ed impressionarle con discorsi infiammati. Cosi’ successe nella campagna di Novembre e Dicembre del 1999, quando il partito di Kumba (PRS) incendio’ la politica Guineense.
Proprio come oggi, nel 1999 il paese era stanco dalla violenza e dalla paura, dopo un anno e mezzo di alta instabilita’, che includera’ sette settimane di guerra civile.
Nel 1999, l’allora Presidente Nino Vieira fu obbligato a partire per l’esilio, e Bissau visse momenti difficili, con un contingente internazionale incapace di impedire la vittoria finale della giunta militare, che non dimentica l’intervento dei paesi confinanti...
Dieci anni dopo il paese non e’ cambiato di molto...La paura persiste, Kumba Iala’ e’ uno dei 2 candidati. Parte svantaggiato, ma non deve essere scartato e sottovalutato, in quanto a quest’uomo appartiene il segreto di dare il giro alle situazioni politiche piu’ impossibili.

Fonte: DN GLOBO