LE TESTIMONIANZE DA BISSAU DEI VOLONTARI DELLA DIOCESI DI FOGGIA-BOVINO E DI SOLIDAUNIA onlus
Giusy Di Girolamo (volontaria come assistente all’economato della Curia di Bissau)
Ciao carissimi,
abbiamo avuto un fine settimana movimentato. Scrivo a tutti perchè non mi è possibile farlo altrimenti.
Ieri sera sul tardi prima di avviarci in aeroporto per accompagnare 18 volontari che stavano qui da noi già dal primo di febbraio, abbiamo sentito degli spari e cosi prima di partire ho telefonato a P. Davide Sciocco responsabile di Radio Sol Mansi per sapere se si poteva uscire.
Mi ha detto chè c'era stata un a sparatoria che non circolavano macchine ma che la strada per l'aeroporto era libera e che l'aereo non era
rientrato a Lisbona ma stava per atterrare a Bissau.
Così ci siamo messi in macchina, per la precisione quattro toyota cariche di persone e di valige e siamo andati all'aeroporto.
Lasciati loro lì con la certezza che l'aereo sarebbe ripartito, siamo tornati in curia.
Questa mattina dalle quattro e mezza si sentivano colpi di bazuca e mitra. Tutto fino alle sei e mezza. Comunicavamo fra di noi solo con gli SMS e quindi sapevamo che gli spari venivano dal palazzo presidenziale in centro città.
Alle 8.30 le radio hanno dato la notizia che il presidente era stato ucciso. Non si può uscire con le macchine, è permesso circolare solo ai militari e alle autoambulanze. La situazione sembra tranquilla, perchè fortunatamente, dallo stato maggiore militari c'e' stata una dichiarazione che si sottomettono al governo in carica,eletto da circa due mesi e che quindi non ci sarà nessun colpo di stato.
La notizia è rassicurante. Noi stima tutti bene, non abbiamo avuto alcuna conseguenza, se non quella di non poter uscire.
Spero tanto che tutto torni presto alla normalità, per poter continuare con la massima serenità il nostro lavoro.
Vi abbraccio tutti e a risentirci presto Giusi
Don Ivone Cavraro (sacerdote fidei-donum a Bigene che si è trovato a Bissau proprio il giorno degli omicidi)
Sono arrivato a Bissau ieri sera: per oggi avevo in programma di concludere le operazioni per le adozioni di tre seminaristi. Come le altre volte, alloggio in Curia, sulla via che comunica il centro città con l’aeroporto e il nord del paese. Ieri sera, 1 marzo, c’è stato l’attentato al capo di Stato Maggiore dell’esercito, generale Batista Tagme na Waie. Il generale aveva perso la vita in seguito alla potente esplosione. Alle ore 4.20 di notte sono stato svegliato da esplosioni ripetute di bombe, seguite da raffiche di arme da sparo. Poi il silenzio. Questa mattina, il Vicario Generale della Diocesi, Pe. Domingos, che dimora nella casa del Vescovo in centro città, ci ha informati che il presidente è rimasto ucciso dai soldati nell’attentato della notte. Attualmente (scrivo nel pomeriggio) la situazione è tranquilla: i responsabili della uccisione al Presidente hanno incontrato le forze governative lasciando capire che non vogliono destabilizzare il paese. Questo è un buon segno. Sulla strada non circola nessuna macchina: le persone vanno a piedi vestro il centro città, altri escono dalla città per cercare accoglienza in case di conoscenti. La televisione funziona regolarmente, la radio anche. In particolare, la radio più diffusa è Radio Sol Mansi, emittente diocesana, con sede proprio qui in Curia. Non ha alcun problema a trasmettere, anzi è riuscita a mandare in onda alcune interviste con rappresentanti del governo. Alcune comunità di Suore telefonano preoccupate in Curia, per sapere come comportarsi. Per il momento è meglio rimanere nelle missioni, senza uscire sulle strade, soprattutto per noi missionari, che comunque siamo anche “stranieri”. Non abbiamo conoscenza di situazioni problematiche in altre parti del paese. La linea telefonica funziona con difficoltà. La linea internet ha funzionato molto poco nel mattino, era regolare nel primo pomeriggio, attualmente è non funzionante. Spedirò queste informazioni appena posso riutilizzare il collegamento in internet. Alcuni amici mi hanno spedito email con richiesta di informazioni a proposito, mando queste righe a loro e anche a chi sta leggendo in questo momento. La preghiera è la cosa più importante: non esiste pericolo per noi, ma il popolo guineense, ancora una volta, rimane indebolito da tutto questo. Il Signore conceda pace! Pace nei cuori di ogni persona, pace tra le varie etnie, pace in tutta questa povera nazione. Don Ivo
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