martedì, febbraio 26, 2008

PESCA: UNA PREZIOSA RISORSA PER LA GUINEA BISSAU e L'AFRICA INTERA

Parte 7

6.3 Strategie per promuovere le piccole imprese in Africa

Come già affermato in precedenza, lo sviluppo dei piccole imprese in Africa è fondamentale perché il continente possa aumentare la sua importanza a livello globale.

Ma prima di procedere nell’analisi della strategia di promozione dei sistemi di piccole imprese in Africa, è necessario sottolineare ancora una volta la limitatezza e incompletezza delle fonti sui sistemi di piccole imprese africane. Esse si basano su dati parziali relativi al settore informale o su studi sulla produzione manifatturiera. Come già stato più volte ripetuto in precedenza, la scarsità di informazioni, la dubbia attendibilità dei dati statistici disponibili e, comunque, la poca funzionalità dei dati tradizionalmente raccolti rispetto all’obiettivo della promozione di sistemi di piccole imprese costituiscono un vincolo preliminare all’analisi.

Secondo lo studio e effettuato dal Cespi, “Promoting small size enterprises in Sub-Saharian Africa. A proposal for action.” il punto di partenza è che le aggregazioni dovrebbero scaturire da un processo di sviluppo endogeno. Ciò richiede la promozione di un ambiente favorevole di sviluppo generale e un contesto capace di trarre benefici dagli interventi e aiuti esterni.

Infatti, nel voler studiare l’approccio allo sviluppo delle piccole imprese in Africa, si parte dal presupposto che i singoli paesi necessitano di aiuti a livello internazionale per la creazione e il mantenimento di tale modello di sviluppo. Gli attori della cooperazione internazionale stanno cercando ora di promuovere lo sviluppo dell’economia di mercato nel settore privato.

Per promuovere le piccole imprese, è dunque necessario il soddisfacimento di alcune condizioni specifiche che appaiono essenziali per accrescere l’impatto della cooperazione allo sviluppo. Tali condizioni sono principalmente:

- Diffusione dello spirito imprenditoriale: elemento fondamentale nei progetti relativi allo sviluppo delle imprese è che esso si diffonda in tutto il tessuto sociale. Gli uomini e le donne impiegati nelle imprese interagiscono con molti individui che conducono le attività. Tale interazione è proficua solo se il ruolo, gli obiettivi e l’immagine socioculturale dell’imprenditore sono riconosciuti e condivisi dalla società civile.

- Liberalizzazione e decentramento amministrativo: abilità industriali, politiche di competizione e capacità amministrative a livello locale aiutano la creazione di un ambiente favorevole alla crescita delle piccole imprese. Un programma di decentramento e di “capacity building” dell’amministrazione locale è essenziale per l’applicazione di qualsiasi programma di sviluppo. Al fine di stimolare l’aggregazione è quindi necessario operare in un contesto amministrativo semplice ed efficiente orientato alla prassi della buona gestione degli affari pubblici. Gli amministratori locali dovrebbero essere a conoscenza delle tecniche e delle politiche industriali, mentre, nel contesto della liberalizzazione, l’applicazione effettiva di politiche di competizione a livello locale appare essenziale per favorire l’accesso al mercato mondiale.

- Coesione sociale a livello locale: tra amministrazione locale, imprenditori, reti e associazioni per l’autoaiuto, organizzazioni di lavoratori. Un processo spontaneo di interazione e cooperazione fra alcuni protagonisti di questo ambito sarebbe ottimale. Esso darebbe vita a un gran numero di legami e stimolerebbe la creazione di un “circolo virtuoso” di democratizzazione, crescita economica, fiducia reciproca e cooperazione fra gli imprenditori, i lavoratori e i funzionari. La cooperazione fra gli attori economici e sociali mirerebbe alla definizione di un “interesse comune” volto al raggiungimento di obiettivi imprenditoriali e da cui deriverebbe una maggiore efficienza collettiva.

- Coinvolgimento degli intermediari finanziari locali come banche locali, cooperative del credito, organizzazioni non governative. Le piccole imprese hanno bisogno di un ampio accesso alle risorse finanziarie, un sistema di finanziamento locale che includa varie organizzazioni per l’autofinanziamento delle piccole imprese è una condizione importante per l’ampliamento del loro accesso al mercato dei capitali.

- Espansione dei mercati locali e liberalizzazione/integrazione dei mercati regionali: l’aggregazione può avere grande successo se si mira all’espansione dei mercati locali. In questo contesto, la produzione e la capacità delle piccole imprese di partecipare all’esportazione aumenterebbe il bisogno di cooperazione. Ne deriverebbe una maggiore cooperazione tra gli imprenditori, rendendoli capaci di fronteggiare le sfide dell’economia di mercato.

- Infrastrutture di base: allacciamento idrico ed elettrico, reti di trasporti e telecomunicazioni.

Quelle di sopra elencate sono dunque le condizioni necessarie per la promozione delle piccole imprese in Africa, che per molti aspetti riprendono gli aspetti già analizzati a riguardo del sostegno allo sviluppo dell’acquacoltura nella stessa zona, essendo infatti condizioni legate allo sviluppo di qualsiasi settore economico in questi paesi.

Per quanto riguarda, invece, le strategie per promuovere le piccole imprese in Africa, la priorità principale, come già stato in precedenza affermato, è che la promozione delle piccole imprese sia fondata sui criteri del decentramento amministrativo e approcci partecipativi con spinta dal basso. L’identificazione, l’elaborazione e l’applicazione delle misure di cooperazione devono scaturire dalle piccole imprese locali. Inoltre, perché le iniziative raggiungano un successo sufficiente, è necessario che anche i donatori ne siano parte, e allo stesso tempo promuovano un approccio partecipativo.

Questa idea è connessa ai principi fondamentali della cooperazione internazionale. Il fatto che le imprese nascano in seguito a dei processi di aggregazione spontanei è la principale garanzia sul “principio di appropriazione” da parte delle popolazioni locali nei confronti delle iniziative di cooperazione. La strategia di cooperazione non dovrebbe essere imposta alle imprese locali da organizzazioni esterne, ma dovrebbe essere invece radicata nello stesso sistema di piccole imprese africane.

Le strategie di cooperazione dovrebbero migliorare le risorse locali e promuovere l’attitudine alla competizione.

Sono diversi i criteri che devono essere implementati o anche in alcuni casi creati per dare vita alle piccole imprese in Africa. Di seguito vengono riportati quelli che si ritengono essere i principali.

Innanzitutto fondamentale è, come già stato specificato in precedenza, il miglioramento delle informazioni statistiche territoriali: precise informazioni statistiche sul potenziale dei sistemi di aggregazione di piccole imprese in Africa Sub-Sahariana potrebbero migliorare la capacità delle istituzioni africane di identificare, valutare e selezionare i sistemi da applicare più appropriati.

In secondo luogo bisogna implementare i contratti internazionali; la conclusione di contratti di sviluppo a lungo termine fra istituzioni pubbliche e unità private decentrate e i partenariati territoriali con i paesi occidentali dovrebbero essere incoraggiati. La cooperazione decentrata può essere un fattore fondamentale per la promozione delle piccole imprese in Africa se il sistema economico prende in considerazione il ruolo giocato dagli scambi tecnici e culturali, e dagli accordi fra l’amministrazione centrale e quelle locali.

Ancora, non si può pensare allo sviluppo delle piccole imprese se non si acquisisce tecnologia. La specializzazione flessibile è ritenuta il fattore economico chiave per lanciare la produttività e la forza competitiva delle piccole imprese, infatti ci si aspetta che essa possa stimolare l’efficienza collettiva creando relazioni esterne e favorendo l’agglomerazione di unità produttive. La realizzazione di queste aspettative dipende tuttavia dalla creazione di nuovi mercati e legami fra le industrie specializzate e dagli incentivi all’importazione di tecnologie. In questo contesto il ruolo della cooperazione internazionale è fondamentale: i consorzi tecnologici locali e i centri sperimentali potrebbero ricevere assistenza tecnica e finanziaria da parte dei paesi donatori, in modo tale da distribuire sia i rischi che le innovazioni fra le piccole imprese locali. I donatori dovrebbero assistere le piccole imprese locali nell’adattamento delle tecnologie alle condizioni e alla domanda locale.

Altra questione cruciale, già accennata in precedenza, riguarda il sostegno dei meccanismi di autofinanziamento. La carenza di risorse finanziarie costituisce un serio problema ed è dovuta non solo ai costi elevati ma anche alla scarsa disponibilità di fondi. La promozione di sistemi di autofinanziamento africani e il rafforzamento dei canali formali e informali del credito, e degli istituti di garanzia, implica la necessità di stimolare la crescita delle istituzioni di raccolta del risparmio locale. Tale approccio costituirebbe un tentativo per la diffusione del credito e degli istituti finanziari che riducono al minimo i rischi di fallimento. E, rimanendo in ambito finanziario, sarebbe necessario riformulare gli strumenti finanziari degli organismi internazionali, perché siano differenziati e allocati in base ai differenti livelli di sviluppo dei singoli paesi, alla tipologia dell’intervento e alla dimensione delle imprese.

Per dare poi una maggiore forza alle singole aggregazioni, dovrebbero essere promossi programmi formativi; in Africa, infatti uno dei grandi problemi riguarda proprio il limitato apprendimento scolastico. Anche in questo caso un ruolo fondamentale è giocato dalla cooperazione internazionale: i donatori dovrebbero sostenere la creazione e l’espansione della formazione nelle organizzazioni delle piccole imprese, stimolando l’istruzione di esperti locali e fornendo i servizi connessi. Il commercio locale e le organizzazioni di commercianti dovrebbero beneficiare di assistenza nel miglioramento della qualità e nella standardizzazione dei prodotti. La creazione di piccole imprese potrebbe coinvolgere il settore dei servizi, quali ad esempio quelli relativi ai trasporti, al marketing e alla pubblicità.

In conclusione, nei paesi in via di sviluppo l’economia di mercato può avere successo solo in presenza di un ambiente economico, finanziario, politico, sociale e istituzionale orientato verso la fruizione dei benefici derivanti dall’investimento estero, quali il trasferimento di tecnologie, la creazione di occupazione e l’integrazione economica. I paesi africani dovrebbero riorientare i loro strumenti politici al fine di attrarre gli investimenti e riceverne i conseguenti benefici.